Salvini-Meloni, lite sulle bollette: schermaglie fra alleati o frattura nel centrodestra?

Il leader del Carroccio accusa di tentennamenti la presidente di Fdi che sbotta: "Più polemico con me che con gli avversari"

Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Matteo Salvini e Giorgia Meloni

“E’ qualche giorno che mi sorprendono le dichiarazioni di Salvini, a volte sembra più polemico con me che non con gli avversari”, sbotta Giorgia Meloni. “Il problema non è polemizzare – replica il segretario della Lega - la bolletta non è di destra o di sinistra, intervenire adesso non è un capriccio di Salvini”.

Semplici schermaglie fra alleati che, a poco più di una settimana dal voto, devono cercare distinguo per accaparrarsi qualche preferenza in più, oppure prime vere crepe sostanziali nella probabile nuova maggioranza? Difficile dirlo ora, tuttavia è evidente come da alcuni giorni i leader di Lega e Fratelli d’Italia abbiano cominciato a punzecchiarsi. E’ soprattutto Salvini a mordere, nel tentativo di recuperare il terreno perduto.

Il casus belli che ha scoperto il vaso di Pandora è lo scostamento di bilancio da 30 miliardi per far fronte al caro-bollette, chiesto dalla Lega ma non da Fratelli d’Italia (e nemmeno da Forza Italia), che viene quindi accusata di “tentennamenti” da parte dell’alleato. "Lo dico all'amica Giorgia – l’appello di Salvini - le bollette non possono aspettare tre mesi: perché perdere altro tempo e rimandare un intervento?”. Ma ‘l’amica Giorgia’ liquida la questione in poche parole: "Il prezzo del gas sale perché le speculazioni salgono, se non fermiamo le speculazioni 30 miliardi non bastano".

Secondo il Carroccio il caro-bollette è un’emergenza da affrontare subito per salvare posti di lavoro e risparmi familiari, anche a costo di fare ulteriore debito; per Fratelli d’Italia lo scostamento di bilancio è invece una extrema ratio. Torna dunque la domanda iniziale: fisiologici distinguo a una settimana dal voto, per due partiti che in gran parte pescano nello stesso elettorato, oppure visioni diverse della gestione cosa pubblica che potrebbero far presto implodere un ipotetico nuovo Governo?