Meloni: "Formato governo inattaccabile e serio. Con Salvini rapporto nuovo"

La premier nell'ultimo libro di Bruno Vespa. "Mai temuto di non riuscire a fare l'esecutivo". Con Berlusconi qualche incomprensione figlia del passaggio di testimonie"

Roma, 1 novembre 2022 - "Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo". Giorgia Meloni lo dice in uno dei passaggi dell'ultimo libro di Bruno Vespa, spiegando però di aver "preso in considerazione l'ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili". "Nonostante io fossi andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perché i numeri avrebbero detto altro - prosegue la premier -. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita". 

La premier Giorgia Meloni (Ansa)
La premier Giorgia Meloni (Ansa)

La presidente del Consiglio parla anche dei rapporti con gli alleati. "Con Salvini si è stabilito un rapporto nuovo e diverso - afferma -. Ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. In certe situazioni lui mi ha chiesto di aiutarlo, in altre io l'ho chiesto a lui. Franchezza reciproca senza polemiche"."Un mediatore? Bè, il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto", spiega ancora Meloni. 

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Quanto al Cavaliere, rispetto a Salvini, "c'è stata qualche incomprensione in più, figlia del passaggio di testimone - aggiunge la premier -. Quando si vivono certi momenti epocali, è fatale che ci siano delle scosse. Non so quanto sia stato ben consigliato all'inizio, ma devo riconoscergli la lucidità di capire quali fossero alla fine le priorità per non deludere chi aveva creduto in noi e nel ritorno dopo undici anni a un governo politico di centrodestra. Il suo discorso sulla fiducia pronunciato al Senato il 26 ottobre è stato bello e importante, e sono stata contenta di applaudirlo".

Il titolo del libro è 'La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni'. E la presidente del Consiglio chiarisce: "Perché amo parlare di 'Nazione' e non di 'Paese'? Perché Paese è un luogo fisico, chiuso e delimitato, mentre la Nazione è un luogo dell'anima che tiene insieme cultura, identità, condivisione". 

Meloni ritorna anche sull'incontro avuto il 23 ottobre scorso con il presidente francese Emmaneuel Macron. "Siamo persone che amano entrambe la franchezza e abbiamo parlato di tutto con la massima chiarezza, delle cose che ci uniscono e di quelle che ci dividono - dice ancora la presidente del Consiglio -. Ho illustrato la nostra decisione di difendere il marchio made in Italy e contestato l'atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione, ho trovato una perfetta comunità d'intenti nella difesa della sovranità alimentare alla quale anche la Francia tiene molto". E ancora: "Abbiamo parlato di Libia, immigrazione, infrastrutture. Gli ho detto: caro Emmanuel, tu difendi gli interessi francesi, io quelli italiani. Su certe cose andremo d'accordo, su altre litigheremo. Ma la lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti. L'ho trovato assolutamente d'accordo su questa linea".