Elezioni, il politologo: "Allarme fascismo per la Meloni? Polemiche inconsistenti"

Marco Tarchi: “Il populismo non morirà perché la sua forza è determinata dalle carenze e debolezze dei sistemi politici liberaldemocratici"

Marco Tarchi (Ansa)

Marco Tarchi (Ansa)

Professor Marco Tarchi - politologo dell’Università di Firenze e tra i massimi esperti di populismo - di nuovo l’allarme fascismo per Giorgia Meloni. C’è qualcosa di vero?

“Sono polemiche inconsistenti e pretestuose, che non tengono alcun conto del contesto istituzionale, interno e internazionale, in cui si svolge oggi la competizione politica, e che suonano ridicole agli occhi dei potenziali elettori di Fratelli d’Italia e anche di molti di coloro che per vari motivi non voterebbero mai quel partito. E, anzi, fanno supporre che chi cerca di trarre argomenti dal passato (più remoto che prossimo) abbia poco da dire sulle questioni che investono il presente”.

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Fratelli d’Italia ha un problema di classe dirigente? Crescendo così tanto alle prossime elezioni politiche potrebbe fare come con la Lega di Salvini, quando – specie nel Mezzogiorno – ha imbarcato chiunque.

“Sicuramente. Una modifica di dimensione così forte e repentina cela più di un’insidia. Se ci si rinchiude nel perimetro dei militanti ‘sicuri’, si corre il rischio della carenza di competenze; se ci si apre a chiunque bussi alla porta si annacqua l’identità e ci si espone ad una futura frammentazioni in correnti e potentati locali. Il guaio, per Fd’I, è che per selezionare i candidati all’ingresso occorrerebbe una struttura già molto solida sul territorio in ogni zona d’Italia, e non mi pare che per adesso le cose stiano così”.

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Può nascere un Partito Conservatore in Italia, come ha detto di voler fare Meloni in questi mesi?

“La questione ha due facce. Per un verso, un partito conservatore deve nascere in Italia, visto che da sinistra – soprattutto nel ceto intellettuale e mediatico – spira un vento progressista sempre più impetuoso, che fa del politicamente corretto, della cancel culture, della teoria del genere, dell’esaltazione acritica dell’immigrazione e così via un veicolo di discriminazione e censura verso i dissidenti. Fd’I il grosso dei consensi lo riscuoterà fra chi si oppone a questo stato di cose. Per un altro verso, c’è da chiedersi se il partito saprà elaborare, al di là delle proteste, proposte positive in grado di rendere efficace una controffensiva, che non potrà non essere prima di tutto culturale. E qui i dubbi sono leciti”.

Si parla dunque di destra-centro, più che di centrodestra. Condivide? Con la caduta di Draghi anche per mano di Berlusconi, Forza Italia rischia di essere assorbita dalla Lega?

“Paradossalmente, più le destre crescono e il centro moderato vede calare i consensi, più il secondo cerca di governare l’alleanza. La proposta di Tajani presidente del Consiglio è l’ennesimo segnale in questa direzione. Avendo rifiutato a suo tempo di coordinarsi per fare da argine a queste pretese, la Lega e Fratelli d’Italia rischiano oggi di subire questo ricatto. Dipenderà dai numeri in parlamento. E se Forza Italia scenderà, come è probabile, a cifre attorno o sotto il 5%, il gioco – anche per il suo sfaldamento interno, che proseguirà – sarà più difficile che in passato”.

Il populismo, con l’implosione dei Cinque stelle, è superato o è ancora presto per darlo per morto?

“Il populismo non morirà, né oggi né domani, perché – come gli studiosi più avvertiti e onesti scrivono da tempo – la sua forza è determinata dalle carenze e debolezze dei sistemi politici liberaldemocratici. Che soffrono oggi degli stessi mali che ieri hanno gonfiato elettoralmente le vele dei partiti di quell’area. La massiccia astensione dalle urne che oggi si registra in tutti i paesi europei è un sintomo evidente del persistere di un alto grado di delusione e diffidenza fra i cittadini nei confronti della classe politica e, più in generale, del sistema. E quando, fra qualche mese, si dovranno pagare i conti delle chiusure da covid, del debito contratto dagli Stati, del Pnrr, degli effetti boomerang delle sanzioni alla Russia, il probabile aumento della protesta riproporrà ai populisti, di destra e non solo, un quadro decisamente favorevole alla crescita del loro bacino di consensi. Non so se il M5S saprà approfittarne (con Conte alla testa, ne dubito), ma altri certamente sì”.