Energia, Di Maio: "Lo Stato deve pagare l’80% della bolletta. Servono 13,5 miliardi"

Nella nostra intervista il ministro degli Esteri lancia la sua proposta contro l'emergenza: "Il governo interverrà per calmierare i prezzi. Dopo il voto occorrerà un altro decreto, ma senza fare nuovo debito"

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio (36 anni), leader di Impegno Civico

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio (36 anni), leader di Impegno Civico

Roma. 6 settembre 2022 - Famiglie e imprese sono allo stremo per il caro-energia e non possono aspettare il nuovo governo. Che cosa fare subito in settimana? "Ha detto bene, non si può più aspettare – avvisa il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, alla guida di Impegno civico con il Pd – Con il governo interveniamo con il nuovo decreto per calmierare l’aumento dei prezzi e con la proroga del taglio delle accise sulla benzina fino al 5 ottobre. Ma per noi è fondamentale agire con un provvedimento Taglia-Bollette, che abbiamo già pronto e che può essere varato il giorno dopo le elezioni. Bisogna bloccare questa emorragia economica e fare di tutto per evitare la chiusura di migliaia di imprese e mettere a rischio il posto di milioni di lavoratori".

In che cosa consiste la proposta del Taglia-Bollette? "Proponiamo che lo Stato paghi l’80% delle bollette delle famiglie del ceto medio e in povertà e quelle di tutte le imprese, dal piccolo bar alla grande azienda, fino alla fine dell’anno. Abbiamo quantificato che per la parte delle imprese servono 13,5 miliardi e li possiamo ottenere dalle maggiori risorse che lo Stato incassa, ad esempio, da Iva e accise derivanti dall’inflazione. Poi azzeriamo l’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici.

È favorevole allo scostamento di bilancio per recuperare altre risorse? Non possiamo innescare il meccanismo per cui si fanno gli scostamenti di bilancio e poi a pagare devono essere sempre i cittadini. Anche perché al governo abbiamo dimostrato che, grazie alla crescita, possiamo fare decreti senza fare più debito. Dobbiamo difendere i risparmi dei cittadini, che il trio sfascia conti Salvini-Meloni-Berlusconi rischia di bruciare con le sue proposte da 160 miliardi".

Il 9 settembre si riunisce il Consiglio europeo dell’energia: possibile arrivare presto al tetto europeo sul gas? "È un’altra decisiva misura non più rinviabile e lo diciamo ormai da mesi. Su questo punto, però, ogni giorno siamo costretti ad assistere a un teatrino in cui Salvini mostra tutta la sua ostilità e i suoi alleati si barcamenano nell’indifferenza. Il risultato? Noi italiani paghiamo le bollette a Putin. C’è da confidare, però, che la corsa al rialzo stia ammorbidendo la posizione di alcuni Paesi, come la Germania, che finora si sono detti contrari al tetto massimo. Si potrebbero quindi creare a breve le condizioni per fare passi avanti".

Certo è che la Russia di Putin continua nelle minacce: niente più gas se non si tolgono le sanzioni. Restano un’arma efficace? "Salvini vuole togliere le sanzioni, e ho detto tutto. Sono, invece, profondamente convinto che oggi il tetto massimo al prezzo del gas sia la sanzione più efficace nei confronti di Putin, che dal canto suo apre e chiude i rubinetti a suo piacimento e continua a incassare i nostri soldi".

Teme che con un esecutivo di centro-destra ci possano essere rischi per il posizionamento internazionale dell’Italia? "Le pare normale che Meloni e Salvini manifestino la volontà di rinegoziare il Pnrr, dopo che con il governo abbiamo rispettato tutte le scadenze? Così distruggono la credibilità dell’Italia, ma soprattutto rischiano di farci perdere questi soldi che sono una boccata d’aria vitale per sindaci e amministratori locali".

La Meloni, però, ha appoggiato la linea del governo Draghi e resta ferma nell’atlantismo anti-Putin. Non basta come garanzia? "In politica estera la linea della destra è quella di Berlusconi e Salvini. Meloni non riesce a imporsi e questa circostanza si rifletterà anche su tutti gli altri temi già un secondo dopo la nascita di un suo eventuale governo, che a quel punto resterà in carica il tempo della strada da Pontida ad Arcore".

Su piano più «domestico», dai sondaggi emerge che Conte può creare problemi alla vostra coalizione soprattutto al Sud. Che clima avverte lei? "Quello che è successo nel Movimento 5 Stelle è ormai chiaro a tutti, con una metamorfosi da forza politica basata sul pluralismo a partito padronale. Così come è chiaro che Conte ha fatto cadere un governo che adesso ha le armi spuntate per intervenire contro la crisi energetica e il carovita. Nel partito di Conte, da Fico a Di Battista, stanno via via sparendo tutti. Però Conte passa il tempo ad attaccare me, come fanno Calenda e Salvini. Io ho altro da fare e penso a mettere in campo soluzioni alle esigenze degli italiani".

A quali si riferisce? "Penso al salario minimo, da realizzare insieme con le imprese, per mettere fine a paghe da miseria a 2 o 3 euro l’ora, ma anche equo, per valorizzare e remunerare adeguatamente tutti gli sforzi e i sacrifici che i lavoratori hanno fatto per arrivare a un certo livello di competenza. E poi la casa: gli under 40 non devono anticipare più un solo euro e per acquistarla i soldi li anticipa lo Stato, che farà anche da garante al 100%. Ma anche il potenziamento del servizio di medicina territoriale, con l’assunzione di altri infermieri e medici".

È possibile un recupero dell’alleanza tra la vostra coalizione e Conte? "Conte, come del resto Calenda, si sono auto-isolati. Il campo progressista, di cui fa parte Impegno Civico, è la coalizione che può fare la differenza e battere questa destra. Andremo oltre il 6 per cento".

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