Mercoledì 24 Aprile 2024

Letta attacca: "Caso Putin gravissimo, Salvini deve spiegare. Noi con il M5s? Non più"

Il segretario del Pd dopo le rivelazioni sui rapporti tra Lega e russi: "Dietro la caduta del governo Draghi c’è la mano di Mosca: intervenga il Copasir"

"Davanti a una guerra, a un’invasione, come è quella della Russia rispetto all’Ucraina, o tieni rapporti con l’altra parte, con l’invasore, esclusivamente finalizzati a farlo smettere e a cercare la pace o se i rapporti sono quelli che emergono e che comprendono anche una tua disponibilità ad assecondare l’aggressore nella volontà di far cadere il governo italiano, allora è del tutto evidente che ci troviamo di fronte a fatti gravissimi". E’ un j’accuse durissimo quello di Enrico Letta nei confronti di Matteo Salvini e delle sue "oscure" relazioni con l’ambasciata russa in Italia, attraverso più o meno verosimili emissari. Un atto d’accusa che, per il leader del Pd, deve trovare risposte e spiegazioni appropriate nelle sedi giuste, a cominciare dal Copasir, perché sono "troppi i dubbi" sulle manovre del Cremlino "per far cadere, dopo Boris Johnson, il secondo leader del G7 filo-Ucraina e anti-Putin".

Gli incontri tra emissari della Lega e diplomatici russi la inducono a nuove interpretazioni sulla fine del governo Draghi?

"E’ una vicenda incredibile. I dubbi che noi avevamo si stanno dimostrando realtà e francamente comincio a pensare che dietro la crisi di governo ci sia l’influenza della Russia. E’ evidente che, tra i fatti che hanno determinato la caduta dell’esecutivo, la cosa vera che ha cambiato il film della settimana scorsa è stato l’atteggiamento di Matteo Salvini. E’ lui che ha cambiato tutto, quando, mercoledì mattina, con un cenno fa smettere ai suoi di applaudire il discorso di Mario Draghi: e, finito l’intervento del Presidente del Consiglio, decide di far saltare tutto. E’ palese che si tratta di una cosa preparata da tempo".

Si comprende dalle nuove rivelazioni?

"Quello che viene fuori è la conferma del fatto che la scelta di Salvini di far cadere il governo abbia anche motivazioni (non dico che dipenda solo da quello) collegate all’interesse di Putin di far cadere, dopo Johnson, anche Draghi. Quel che lascia ulteriormente sgomenti è che tutto questo è avvenuto mentre si vivevano i momenti più duri della guerra, alla fine di maggio. E questo dimostra anche che Salvini non ragionava con l’ambasciata russa su come trovare la pace o o su come far smettere gli attacchi all’Ucraina, ma che usava i suoi rapporti per altre ragioni".

Da qui la sua richiesta di spiegazioni convincenti e di intervento del Copasir?

"Comincio a pensare che ci siano legami che Salvini deve spiegare perché, se non lo fa, queste relazioni non possono che lasciare immaginare cose oscure".

Il sottosegretario Gabrielli ha smentito, però, che si tratti di informazioni della nostra intelligence.

"Gabrielli ha detto una cosa ineccepibile. La mia richiesta, del resto, non è tanto quella di sapere se ci sono i servizi “dietro” (cosa che è comunque utile sapere, e Gabrielli ha spiegato che non ci sono in modo istituzionalmente perfetto). La mia richiesta è di capire quali siano le origini e i livelli di commistione tra Salvini e Putin e a che livello di insicurezza sia arrivato il nostro sistema istituzionale nel momento nel quale un partito di governo si candida per il futuro governo".

Tra quelli che hanno fatto cadere il governo Draghi c’è anche Giuseppe Conte: è sembrato che il capo grillino volesse tornare a dialogare e trattare con voi. Come stanno le cose?

"Punto primo: non sono e non siamo pentiti di quello che abbiamo fatto in questi tre anni di collaborazione perché grazie a essa c’è stato il governo Draghi che rimane la cosa più positiva per noi e per la maggioranza degli italiani. Punto secondo: speravo che il rapporto potesse avere un’evoluzione positiva, ma con la loro decisione della settimana scorsa si è interrotto. Il che non vuol dire che su temi specifici e sui territori la collaborazione non possa esserci: penso al salario minimo e alla Sicilia".

A livello nazionale, dunque, nessuna ripresa della corsa insieme?

"Non saremmo credibili se la proposta per il dopo Draghi fosse una proposta pasticciata rispetto alle ragioni che hanno causato la caduta dell’esecutivo. La scelta di Conte, che ci ha portato in questa situazione così complicata, non penso che sia recuperabile a livello nazionale. Ma questo lo abbiamo detto un mese prima che accadesse, non dopo, non oggi. La situazione poteva e doveva avere un’altra evoluzione, ma non è andata così. La nostra scelta è stata fatta e credo sia giusto mantenerla. Perché la mia ambizione è avere un Pd lineare, coerente e netto nelle sue posizioni. E questo è anche uno dei motivi per cui siamo convinti che vinceremo le elezioni a differenza dell’operazione che hanno fatto dall’altra parte, che è un’operazione completamente incoerente e pasticciata. Un’operazione biecamente di potere senza un giorno di lutto".

Nel senso di rimettersi tutti assieme dopo essere stati divisi per tutta la legislatura?

"Che pensare di due forze politiche che hanno sostenuto il governo Draghi e che si mettono insieme, senza nessuna pausa, nessuna riflessione, con l’opposizione al governo Draghi? Sono esterrefatto dell’8 settembre del centro-destra di Berlusconi e Salvini: si sono arresi e consegnati alla Meloni. Una resa incondizionata, imbarazzante. In una settimana sono passati da Draghi alla Meloni: un salto incredibile, come passare dal sole alla luna. Ma penso e spero che gli italiani siano generosi con quelli che sono stati coerenti".