Giovedì 18 Aprile 2024

Toto ministri, opa di FI sul Viminale. Salvini vuole un leghista alla Camera

Per gli Interni spunta Tajani. La mossa del Capitano per stoppare la corsa di Calderoli al Senato

Il forzista Antonio Tajani, 69 anni, ieri a Milano allo stand Coldiretti

Il forzista Antonio Tajani, 69 anni, ieri a Milano allo stand Coldiretti

Giorgia Meloni punta a chiudere presto, anzi prestissimo. Prima del 25 ottobre vorrebbe avere un governo nel pieno delle sue funzioni. Non tanto per battere ogni record di velocità post-elettorale, ma perché l’urgenza della crisi energetica e del caro bollette obbliga a fare in fretta. Per una volta, il rebus dei ministeri non è la priorità assoluta: ieri, prima di intervenire al villaggio Coldiretti, la futura presidente incaricata è passata ad Arcore. Una visita ’di cortesia’, organizzata venerdì da Licia Ronzulli e Marta Fascina. Con Berlusconi ha parlato per una mezz’ora: la versione ufficiale è che la squadra di governo non è stata neppure nominata. Crederci è impossibile, anche perché Forza Italia è decisa ad ottenere nella composizione dell’esecutivo "pari dignità". Ministeri per numero e peso non meno importanti di quelli che saranno assegnati alla Lega. Certo, si è discusso soprattutto del ’che fare’ per intervenire sulle bollette, a partire dalla creazione di un commissario straordinario o di una struttura ad hoc a Palazzo Chigi per l’emergenza.

In realtà, almeno su un punto, i due tavoli si sovrappongono: è impossibile impostare una strategia economica contro la crisi senza parlarne con quello che è il più diretto interessato: il ministro dell’Economia. Sfumato lo spacchettamento, la casella resta vuota, anche perché la Meloni è decisa a fare di tutto per strappare un sì a Fabio Panetta, il candidato migliore da tutti i punti di vista. Difficile credere invece alle voci secondo cui la lancetta si sposterebbe verso Maurizio Leo (FdI). Per l’Europa non sarebbe garanzia sufficiente.

Economia a parte, la montagna da scalare è sempre la trattativa con la Lega, impervia anche senza l’impuntatura di Salvini sul suo ritorno al Viminale. Il Carroccio pretende quattro ministeri e la guida dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna): Interno, Infrastrutture, Affari regionali e Agricoltura. Poltrona, questa, che potrebbe occupare il Capitano: "La sua difesa è la priorità del prossimo governo", cinguettava ieri. C’è anche l’ipotesi che si accontenti degli Affari regionali (al posto di Erika Stefani o Roberto Calderoli) per intestarsi lo storico riconoscimento dell’autonomia differenziata.

Sul Viminale ha messo gli occhi anche il Cavaliere, che ufficialmente non mette veti a Salvini: ci vedrebbe bene Antonio Tajani, che potrebbe pure andare agli Esteri o alla Difesa. Ministero che non disdegnerebbero Adolfo Urso e Guido Crosetto, in corsa anche per il Mise. Anna Maria Bernini potrebbe guidare l’Istruzione, Alessandro Cattaneo le Infrastrutture. Malgrado certe resistenze dentro FdI, Silvio vuole Licia Ronzulli in consiglio dei ministri, magari come titolare della Salute. Il primo passo, però, sarà la presidenza delle camere, scelta che inciderà sulla successiva definizione della squadra, perché come afferma un dirigente di FdI "vale due ministeri".

Alla Lega dovrebbe andare Montecitorio: Salvini preferisce la Camera per Riccardo Molinari o Giancarlo Giorgetti, bloccando così la corsa al Senato del compagno di partito Calderoli, che considera poco affidabile. Di conseguenza, Palazzo madama dovrebbe spettare a Forza Italia: in realtà FdI non ha ancora deciso se reclamare per sé quel posto. Ove lo facesse, il candidato in pole position sarebbe Ignazio la Russa. Ma la crisi potrebbe pesare anche nella formazione della squadra. Dopo Giorgia, anche Silvio punta sull’appeasement: "L’unità nazionale sia condizione del nuovo governo", dice. Se bisogna stemperare il clima, la scelta dei ministri non potrà che esserne influenzata.