Giovedì 18 Aprile 2024

Il risiko delle candidature. Panico tra i piccoli alleati dem. Salveranno la poltrona?

Molti dei partiti che non supereranno il 3% dei consensi potrebbero rimanere fuori dal Parlamento. I leader che non saranno nei collegi uninominali si giocano tutto nei listini. Anche i capilista però rischiano

Nicola Fratoianni (Ansa)

Nicola Fratoianni (Ansa)

Roma, 3 agosto 2022 - Panico tra le fila di Azione. Disperazione in Ipf. Tremori tra i ‘nanetti’ alleati al Pd. Qualche grosso grattacapo tra i rosso-verdi. Panico, è chiaro, anche in Iv. Insomma, tra tutti quelli che ‘ballano’ sul filo del 3%. Invece, tra i 5Stelle, tornano, beffardi, i sorrisi. Loro, almeno il 6 o 8 o 10% lo fanno e, dunque, possono sapere chi eleggono e dove. Il guaio si chiama legge elettorale, cioè Rosatellum e al meccanismo perverso insito nelle pieghe della legge, grazie al quale se un partito ottiene una percentuale di poco sopra la soglia di sbarramento non riesce a sapere prima del voto a prevedere dove "scatterà" il seggio. Ieri, la Camera dei Deputati assomigliava a un funerale dal rito anticipato. Specie tra le fila dei partiti minori che lottano per agguantare la soglia di sbarramento. "Qui il problema non è vincere alla lotteria, ma strappare un biglietto che ti possa permettere di partecipare alla lotteria. Vincerla è un’altra cosa", spiega un deputato piemontese che tutti cercano per chiedergli: "Ma secondo te ce la posso davvero fare?".

Il problema è che la risposta dipende da una serie complessa di fattori che derivano dalla legge elettorale, il Rosatellum, e pure da chi vince, chi perde, come vince, come perde, con quali numeri. Resta l’enigma. Chi elegge e dove i parlamentari?

Ricapitoliamo. Se prendi dall’1% al 3% non eleggi nessuno, ma porti seggi alla tua coalizione, se sei in coalizione. Quindi, Bonelli e Fratoianni rischiano: si giocano tutto nei listini proporzionali, anche se saranno capilista. Sotto il 3% restano a casa, ed entrano in parlamento solo se passano il 3. Ma più in generale, chi potrà essere eletto tra le file di SI e Verdi? Entreranno quelli che il Pd candiderà nei propri collegi uninominali (si parla di 56 per loro), e che vinceranno il collegio. Si tratterà però non dei leader (Bonelli e Frationanni) che in virtù dell’accordo Letta-Calenda correranno solo nel "proprio" proporzionale, ma di esponenti menodi punta, e quindi meno divisivi.

Ma, anche se passi il 3% e, diciamo, fino al 5-6%, non sai ‘dove’ eleggi e ‘chi’ eleggi, parlando sempre di listini proporzionali, non dei collegi.

Si chiama ‘effetto flipper’, ma a Montecitorio è meglio noto come ‘sindrome Occhionero’. La giovane, e simpatica, deputata, oggi in Iv, nel 2018 venne eletta in LeU perché, in Molise, LeU aveva ottenuto il quoziente… ‘peggiore’. Ergo, per dire, Renzi, che va da solo e anche se si candida in cinque circoscrizioni (e un collegio) potrebbe non risultare eletto e veder scattare il seggio di Iv per un mister X (o signora X) altrove.

Peggio si sentono dentro Azione, specie gli ex FI. Dato che pure loro hanno gli ‘impresentabili’ agli occhi degli altri partener della coalizione (Gelmini, Carfagna, etc) queste saranno candidate nei listini proporzionali. Ma persino loro rischiano di non farcela, anche superando di molto il 3%, sempre per lo stesso meccanismo che non riesce a individuare prima del voto il luogo dove "scatterà" il seggio. Invece, i ‘presentabili’ di Az-+Eu che andranno nei collegi (circa 15, pare, tra sicuri e ‘incerti’) ce la faranno: i voti, a loro, li porta il Pd. Esempio: Richetti a Modena. Oppure, se sarà, un Di Maio.

Resta il punto. Solo dal 6-8% in su sei ‘sicuro’ di eleggere e sai chi eleggi nel proporzionale. Tutti i leader dei partiti e delle liste che invece restano tra il 3% e il 6%, sia soli che in coalizione, passeranno notti insonni.

Perché non sanno ‘chi’ eleggono. Gli unici due partiti che, ad oggi, hanno certezza ‘matematica’ di eleggere i capilista, e pure i secondi, nei listini, sono FDI e PD. Per gli altri vale la nota ‘lotteria’: "L’unica circoscrizione in cui, con il 3,1%, vinci alla lotteria è la Lombardia, ma alla Camera" dice il nostro deputato al collega che si fa un cencio. "Sempre che tu possa strapparlo, il biglietto", aggiunge. Vincere la lotteria è, infatti, altra cosa.