L’accusa di Conte: "Il Pd usa Draghi per un’ammucchiata. Io difendo gli ultimi"

Il leader del Movimento 5 Stelle a caccia di consensi fuori dai poli: "Il voto utile è quello dato a noi perché manteniamo gli impegni". Apre a Santoro e Di Battista: sono interlocutori, ci confronteremo

Giuseppe Conte (57 anni), leader del Movimento 5 Stelle dal 6 agosto 2021

Giuseppe Conte (57 anni), leader del Movimento 5 Stelle dal 6 agosto 2021

Roma, 5 agosto 2022 - Presidente Conte, come pensa di inserirsi in quello che centrodestra e centrosinistra vogliono rappresentare ’solo’ come scontro tra due poli?

"Il voto utile è quello alle forze politiche che fanno quello che dicono – avvisa un Giuseppe Conte rinvigorito dall’idea di conquistare voti nella sinistra che vede Calenda e gli ex azzurri come il fumo negli occhi –. Il Movimento nel 2018 ha preso impegni su aiuti contro la povertà, tagli ai costi della politica, norme anticorruzione. E quelle cose le abbiamo fatte. Abbiamo retto il Paese nel momento più duro della pandemia. Da Meloni e Salvini sento, invece, idee inquietanti: multe ai giovani che rifiutano lavori sottopagati o precari, leva obbligatoria. Nel campo largo, poi, volano stracci, uno spettacolo indegno".

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Il campo largo che una volta il Pd voleva costruire con voi?

"E invece vediamo oggi un’ammucchiata che va dai tagli alla scuola della Gelmini a Calenda, Letta, Di Maio, Speranza: chi è a favore e chi è contro le misure per i lavoratori poveri, chi si professa ambientalista e chi vuole trivelle, inceneritori e nucleare. Votare a destra vuol dire votare politiche che fanno male al Paese, votare l’ammucchiata vuol dire sprecare il voto senza sapere come verrà utilizzato".

Qual è, dunque, l’elettorato al quale vi rivolgete?

"Ci schiereremo dalla parte giusta. Siamo dalla parte dei giovani sottopagati e precari, delle piccole e medie imprese, dei non garantiti: partite Iva, famiglie in povertà, il ceto medio che sta perdendo il potere d’acquisto. Siamo dalla parte degli insegnanti italiani, fra i più sottopagati di Europa. E che nell’ultimo decreto Aiuti hanno subito un’umiliazione ulteriore: l’1% verrà definito esperto e fra 10 anni avrà un assegno di 5mila euro, gli altri resteranno a fare i conti con salari bassi e precarietà. Siamo dalla parte dei lavoratori che ci chiedono di alzare davvero gli stipendi. La risposta non può certo essere pagare loro un paio di colazioni in più al mese con i 6-7 euro che il governo Draghi ha previsto nel decreto Aiuti-bis".

C’è chi vede in lei il Mélenchon italiano: si sente tale? Che rapporto c’è tra il grillismo e quella esperienza?

"Sono storie e Paesi diversi. Di Mélenchon apprezzo l’attenzione per i giovani, l’impegno sulla giustizia sociale e l’ambiente. Sono anche nostre priorità".

Proviamo a scendere di più nel concreto delle priorità?

"Al governo abbiamo già declinato la nostra idea di Paese. Con gli sgravi alle imprese del Conte II abbiamo ottenuto 1,8 milioni di assunzioni soprattutto per donne e under 36. Con il Superbonus abbiamo creato 630mila posti di lavoro, tagliando le emissioni di Co2 e le bollette per 500mila famiglie con redditi medio-bassi. Il Reddito di cittadinanza in pandemia ha evitato a 1 milione di persone di finire in povertà: lo dice l’Istat, non io. Per la destra è “metadone di Stato”, per tante famiglie con disabili e minori è l’unico appiglio. Ora è urgente approvare il salario minimo a 9 euro per 4,5 milioni di lavoratori, estendere il taglio Irap per le imprese, aiutare i giovani che devono acquistare casa. Con il cashback fiscale vogliamo sconti e detrazioni da versare subito sul conto corrente di chi paga una visita medica con la carta".

Come valuta i continui richiami all’Agenda Draghi?

"Ho sentito Draghi far fatica a definirla in conferenza stampa. Ha parlato di “risposte pronte ai problemi”, ma non ne ho viste nell’ultimo decreto che per lavoratori e pensionati prevede aiuti più che modesti. Si parla di “credibilità internazionale” ma non ho visto ancora risultati sul tetto al prezzo del gas e un Recovery per l’energia. Noi nel 2020 abbiamo portato in Italia 209 miliardi dall’Europa, chiudendo la porta dell’austerità. Quindi mi sembra un’agenda inesistente: la mia impressione è che alcuni stiano usando il nome di Draghi per giustificare ammucchiate elettorali".

Chi saranno i vostri alleati? Santoro, De Magistris? Anche Fratoianni e Bonelli?

"Noi ci confrontiamo con chi sposa i nostri principi e i nostri valori. De Magistris credo non ne abbia piena contezza: ho letto che secondo lui siamo “parte del sistema”. Con Santoro ci confronteremo. Mi pare che Fratoianni e Bonelli siano impegnati in una trattativa per allearsi con la Gelmini, che è contraria al salario minimo legale, e Calenda, che vuole riempire tutta Italia di inceneritori".

Di Battista, la Raggi e la Appendino saranno nelle vostre liste?

"La Raggi sta portando avanti le battaglie del Movimento a Roma, in Consiglio comunale. Di Battista non è iscritto al Movimento: per noi è un interlocutore privilegiato. Chiara Appendino è una risorsa centrale per il M5S".

Di Maio continua a parlare del partito di Conte e non dei 5 Stelle.

"Guardo con tristezza alla situazione di chi è passato dalle battaglie per i cittadini con noi a quelle per un posto in Parlamento con altri. Vederlo alla ricerca di un seggio sicuro per sé, fra lo sconcerto di chi lo ha seguito e l’indignazione degli elettori Pd chiamati a votarlo, è uno spettacolo desolante. Preferisco guardare avanti, non indietro".

Ci sarà un ritorno di alleanza con il Pd nel dopo elezioni?

"Improbabile: il Pd ha scelto di abbandonare il percorso fatto insieme nel Conte II, abbracciando un percorso che lo allontana dagli obiettivi che noi perseguiamo della tutela dell’ambiente e della giustizia sociale".