Meloni sul rastrellamento del ghetto: "Furia nazifascista memoria di tutti gli italiani"

La leader di FdI ricorda il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma. Poi lancia un messaggio agli avversari politici: "Attacchi da sinistra sono un insulto agli elettori italiani"

Roma, 16 ottobre 2022 - Giorgia Meloni ricorda il rastrellamento del ghetto di Roma avvenuto 79 fa che definisce una "vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista". Una presa di posizione netta a cui segue nel pomeriggio un post su Facebook in cui tira in ballo gli avversari politici. "Gli attacchi scomposti della sinistra negli ultimi giorni rappresentano un vero e proprio insulto ai cittadini che hanno scelto da chi essere rappresentati", scrive la Meloni. "Capisco che per questi esponenti possa sembrare quantomeno anomalo vedere dei partiti che hanno la possibilità di governare con l'appoggio degli italiani, (non ci sono abituati) ma che piaccia loro o meno, questa è la democrazia", aggiunge. 

Il rastrellamento del 1943

La presidente di Fratelli d'Italia cita "donne, uomini e bambini" che "furono strappati dalla vita, casa per casa".  Una nota di condanna senza se e ma, quella della Meloni. Che si scaglia contro l'antisemitismo "in ogni sua forma". Quel rastrellamento fu "un orrore che deve essere da monito perché certe tragedie non accadano più. Una memoria che sappiamo essere di tutti gli italiani, una memoria che serve a costruire gli anticorpi contro l'indifferenza e l'odio. Una memoria per continuare a combattere, in ogni sua forma, l'antisemitismo". 

Giorgia Meloni (Ansa)
Giorgia Meloni (Ansa)

Nella nota la leader di FdI ricorda quelle drammatiche ore: "Il 16 ottobre 1943 è per Roma e per l'Italia una giornata tragica, buia e insanabile. Quella mattina, pochi minuti dopo le 5.00, la vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista: donne, uomini e bambini furono strappati dalla vita, casa per casa". E aggiunge: "Più di mille persone furono deportate e di loro solo quindici uomini e una donna fecero ritorno. Nessuno dei bambini". 

La Russa

Anche Ignazio La Russa, oggetto ieri di scritte ingiuriose alla Garbatella e preso di mira da uno striscione al Colosseo con il suo nome 'a testa in giù', interviene sul  rastrellamento del ghetto di Roma del 1943. "Rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia. Quel giorno - afferma il presidente del Senato -, oltre mille persone tra donne, uomini e bambini furono strappate ai loro affetti e deportate al campo di sterminio di Auschwitz. Solo 16 di loro fecero ritorno". E conclude: "È compito di tutti, a cominciare dalle più alte istituzioni, tramandarne il ricordo affinché in futuro non si ripetano mai più simili tragedie. Alla comunità ebraica, oggi come sempre, la mia sincera vicinanza". 

Fontana

Anche il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana,  interviene sul rastrellamento al Ghetto di Roma. "Quel che accadde all'alba del 16 ottobre del 1943 rappresenta una delle pagine più buie, tristi e raccapriccianti della storia del nostro Paese. Più di mille ebrei, con oltre 200 bambini, furono vittime della ferocia nazista che strappò via vite facendo irruzione casa per casa. Il sabato nero del ghetto di Roma deve rappresentare una memoria indelebile affinché simili orrori non si ripetano mai più. E` dovere delle Istituzioni mantenere sempre vivo il ricordo per contrastare qualsiasi forma di razzismo e antisemitismo".

Zingaretti

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha affidato a un post su Insagram il suop commento: "16 ottobre: non dimenticheremo mai. Alle 5.15 del 16 ottobre 1943, soldati nazisti coadiuvati da funzionari fascisti consegnarono agli abitanti di religione ebraica del Ghetto di Roma un biglietto con delle istruzioni precise. Costretti a mettere una vita in valigia senza sapere cosa sarà del futuro. Venti minuti dopo sarebbero dovuti essere pronti. Dei 1024 deportati al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, solo in 16 fecero ritorno a casa. Una pagina buia della nostra storia che non possiamo dimenticare. Mai più - conclude postando una sua foto -. In questa immagine ero ad Auschwitz, dove sono custodite le foto di chi non è più tornato e le testimonianze della tragedia della Shoah. Ogni anno, prima alla Provincia e poi alla Regione, abbiamo organizzato un viaggio della Memoria in quei luoghi, per tenere viva la memoria in migliaia di studenti, nelle loro famiglie, nelle scuole".