Giorgia Meloni, foto e famiglia: cosa c'è dietro la comunicazione

Il tentativo è quello di proporre anche con le immagini un modello tradizionale, opposto a quello della sinistra

Giorgia Meloni in una foto con la sorella Arianna e la madre ,Anna Paratore

Giorgia Meloni in una foto con la sorella Arianna e la madre ,Anna Paratore

Roma, 27 settembre 2022 - Nella comunicazione politica niente è casuale, e tutto fa parte di un canovaccio che alla fine costruisce prima il personaggio e poi la narrazione politica sulla quale quel personaggio cammina. La politica come un racconto per immagini. Uno dei temi che Giorgia Meloni sta più percorrendo è quello della famiglia e del suo essere mamma. Ci sono state le parole ai comizi, celebri quelle a San Giovanni ("sono Giorgia, sono una mamma, sono cristiana") replicate poi in Spagna da Vox, ci sono i programmi elettorali che però poco arrivano al grande pubblico, ci sono adesso le immagini veicolate nella moderna agorà pubblica, il web e in particolare i social. E su queste Giorgia, che è assistita da uno staff social di prim’ordine, sta facendo molto affidamento. Sono di adesso le foto con la figlia, i post con il biglietto di Ginevra che manda le congratulazioni alla mamma per la vittoria, i saluti della sorella Arianna che ricorda come lei "sia Sam e tu Frodo" (citazione del Signore degli Anelli), i saluti dal palco rivolti al compagno Andrea, alla mamma, alla famiglia.

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Passaggi non scontati e non banali, messi in evidenza per rendere pubblico un aspetto privato, che in un leader sono non solo di per sé pubblici, ma che assumo un valore politico. Specie se sono volutamente esposti. In comunicazione li chiamano "metamessaggi". Sono foto con una didascalia nascosta, il cui testo però traspare: il mio valore è la famiglia, i figli, il rapporto con i figli, i miei sono valori tradizionali, quelli della maggior parte degli italiani. Parole scontate? A prima vista diremmo di si, perché tutti (o quasi tutti) crediamo nella famiglia, nell’amore per le persone vicine, ma che a seconda del peso cui attribuiamo loro cambiano di significato. E’ di qualche giorno fa la per esempio l’intervento che l’esponente piddina Elly Schlein ha fatto al comizio di chiusura del Nazareno. "Sono una donna, amo una donna, non sono una madre, non siamo uteri viventi". Nel momento in cui la Schlein (pare) si candiderà alla segreteria Pd la lettura opposta è evidente. Giorgia mamma contro Elly "non utero vivente".