"Cheerleader di nessuno, sempre detto quel che penso". Meloni, replica fra grinta e gaffe

La premier battibecca con la capogruppo Pd, Debora Serrachiani e sbaglia a pronunciare il nome del deputato Aboubakar Soumahoro

Roma - "Non farò mai la cheerlader di nessuno". "Altri preferiscono essere follower, io invece ho sempre detto quello che pensavo". "Le donne italiane non hanno decisamente nulla da temere con questo governo". 

Flash dall discorso di replica di Giorgria Meloni alla Camera. Mai sopra le righe ma dal cipiglio combattivo, il tono della premier, che a un ceerto punto ha innescato un breve botta e riposta con il centrosinistra. Meloni si è rivolta direttamente alla capogruppo del Pd, Debora Serracchiani la quale, nel corso del dibattito, aveva parlato di donne che stanno un passo indietro agli uomini. "Onorevole Serracchiani, le sembra che io stia un passo dietro agli uomini? Non so da che cosa lei abbia evinto questa lettura me le debbo dire che non la condivido. Io stamattina ho parlato di lavoro, di welfare, di una società che non costringa a scegliere tra lavoro e maternità. Certo, ho parlato anche di natalità e di famiglia''. Un passaggio, con la citazione diretta della deputata dem, che ha fatto levare alcune voci di protesta fra i banchi del centrosinistra.

Poco dopo, invece, la premier è stata corretta perché aveva sbagliato la pronuncia del nome dal deputato di Verdi-Si, Aboubakar Soumahoro, di origini ivoriane. "Scusate, si sbaglia, e quando si sbaglia va ammesso", ha chiosato, correggendo anche il fatto che non si era rivolta al deputato chiamandolo "onorevole" bensì "collega". 

Sul piano politico, 'deciso' il passaggio su Europa e europeismo: "La mia scelta l'ho fatta da tempo, ed è difendere gli interessi dell'Italia: non farò mai la cheerleader di nessuno. Si cita sempre Orban - ha aggiunto - ma l'atteggiamento della Germania, che io comprendo, come lo chiamiamo, europeismo?". Sul tema immigrazione, ha detto: "Parlo da tempo con associazioni di patrioti africani, anche loro non se ne vogliono andare da casa loro. Combattere la fuga di cervelli italiani deve valere anche per gli africani che chiedono aiuto per crescere nella loro comunità, non vogliono lasciare il proprio Paese, la propria famiglia".

Meloni ha difeso la scelta di aggiungere il termine 'Merito' al ministero dell'Istruzione: "Si è detto che il merito è nemico dell'uguaglianza, non sono d'accordo. Uguaglianza e merito non sono opposti ma sono uno fratello dell'altro. L'uguaglianza va garantita nel punto di partenza, nella scuola pubblica tutti devono avere le stesse possibilità, tutti devono essere sulla stessa linea di partenza ma non tutti sulla stessa linea di arrivo, quello dipende da te. Credo che questa sia la sfida, tutti devono poter arrivare ovunque. Io penso che questa sia la base per combattere una società nella quale il tuo destino è segnato dalla famiglia di provenienza o dalle amicizie".

Concetto ripreso anche parlando di Rdc. "C'è chi dice che noi consideriamo colpevoli i percettori del reddito, io ho considerato un problema chi teneva quelle persone in quella condizione, per farci cassa elettorale. Il messaggio che abbiamo dato è che non possiamo migliorare la sua posizione. Invece, se una persona è in uno stato di povertà e difficoltà  deve ambire a diventare benestante e questo si fa con il lavoro".