Martedì 16 Aprile 2024

Quel pasticcio (rimediato e smentito) al Pirellone

Per salvare un mese di stipendio a un consigliere di Fratelli d'Italia viene ancitipata la seduta di venti giorni. L'interessato smentisce ma l'operazione salta

Franco Lucente

Franco Lucente

I consiglieri regionali della Lombardia torneranno al lavoro con 20 giorni di anticipo rispetto a quanto era previsto: la prima seduta del Consiglio regionale dopo la pausa estiva si terrà, infatti, l’8 settembre e non il 27 settembre come da agenda. Dietro all’anticipo della convocazione, dicono i maligni, ci sarebbe l’esigenza di sistemare un 'problema' interno a Fratelli d’Italia, dovuto alle conseguenze della candidatura alla Camera di uno storico esponente della destra milanese: Riccardo De Corato. In vista di entrare a Montecitorio, De Corato si è dimesso (29 agosto) dalla carica di assessore e consigliere regionale, finendo per lasciare senza posto e senza indennità quello che fino al 29 agosto è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia al Pirellone: Franco Lucente.

Senza addentrarsi in tecnicismi, Lucente era infatti potuto entrare in Consiglio regionale solo quando De Corato venne promosso ad assessore, facendogli posto come consigliere “precario“. Nella seduta in agenda del 27 settembre era previsto, tra le altre cose, un doppio adempimento: ratifica delle dimissioni di De Corato (che non sono effettive quando si firmano ma quando vengono convalidate dall’aula) e la contestuale sua sostituzione con Lucente. In questo caso però Lucente avrebbe perso l’indennità relativa al periodo tra il 29 agosto (giorno delle dimissioni di De Corato) e il 27 settembre (prima seduta d’aula), quindi un mesetto di stipendio. Da qui, qualche giorno fa, la richiesta – firmata dallo stesso Lucente insieme al capogruppo della Lega – di anticipare il Consiglio all’8 settembre. Così da rimetterci un po’ meno.

Una ricostruzione confermata da più parti ma che Lucente smentisce, con tanto di impegno a devolvere in beneficenza l’indennità mensile. Polemiche, sussurri, mugugni, che hanno portato alla retromarcia: a questo punto la seduta di giovedì 8 settembre respingerà le dimissioni di De Corato da consigiliere regionale e lo farà, formalmente, in ossequio a quella che viene riferita essere una legge non scritta dell’aula lombarda, una prassi: non si votano le dimissioni di un consigliere a meno che non siano dovute a ragioni di incompatibilità tra cariche (e fino a dopo le elezioni nazionali del 25 settembre non si può dire se De Corato sarà eletto deputato, pur essendo il suo collegio considerato 'sicuro'). Della sostituzione con Lucente si parlerà quando De Corato verrà eletto. Risultato, Lucente resterà per almeno un po' senza stipendio. Ma almeno l’'onore' del consiglio appare salvo.