Venerdì 19 Aprile 2024

Elezioni 2022, quando il social tradisce: tutti gli scivoloni di questa campagna lampo

Il caso della candidata di Azione che posta commenti filo-Putin è solo l'ultima di una serie di gaffe sui social che hanno messo in serio imbarazzo i politici e i loro leader

Raffaele La Regina, Pd (ANSA)

Raffaele La Regina, Pd (ANSA)

L’allarme è rosso per tutti ma per i politici dovrebbe essere incandescente. I social sono pericolosi. Si scrive di getto, come se si chiacchierasse con quattro amici al bar e invece quelle frasi dal sen fuggite stanno lì sotto gli occhi di tutti. E il peggio è che ci restano. Senza un’accurata e metodica ripulitura dei social, anche la sciocchezza buttata là magari dopo un notte di bagordi può spuntare a distanza di anni, falcidiare carriere, affossare candidature. Certo, i malcapitati spesso ci mettono del loro, peccando di imprudenza.

La capolista al Senato per il terzo Polo nel plurinominale di Caserta, Stefania Modestina D’Angelo, per esempio, non poteva certo ignorare che se a un passante qualsiasi basta fischiettare l’inno russo per passare per spia di Putin, per i politici è dieci volte più vero. Specie se militano in partiti di provatissima fede atlantista, come quello di Calenda. Cosa ti va a combinare la signora D’Angelo, docente d’Italiano? Scrive che la guerra in Ucraina "è provocata dall’avidità degli Usa, dagli oltranzisti antiPutin".  Zelensky? "Nemico del suo popolo". E ancora: "Da nazista a eroe del Pd". Ursula von Der Leyen e Macron? "Una cameriera" e "un fattorino". Post rimossi, ma tant’è.

Meno responsabile dei suoi mali il ragazzino che, come tante altre persone prima di lui inneggia alla rivoluzione d’ottobre. Marco Sarracino, candidato Pd alla Camera nel collegio plurinominale Napoli 2, probabilmente, se anche avesse tenuto conto del pericolo social la frase incriminata ("buona rivoluzione") bolscevica, naturalmente, l’avrebbe messa lo stesso.

Il caso di Raffaele La Regina – giovane speranza (ex?) del Nazareno – è noto. Ma anche qui bisogna andarci con i piedi di piombo. Magari ha ragione chi sottolinea come una cosa sia l’antisionismo, un’altra  l’antisemitismo. Ma i toni contano. E quel tweet incriminato, che peraltro pare non fosse l’unico, lasciava davvero parecchio a desiderare. È anche vero che nel frattempo sono passati un paio d’anni e che il reprobo era davvero imberbe: vent’anni. "In cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o al mollicato di Mauairedd? E perché proprio al mollicato?".

Più contenuta nei toni anche se molto radicale nella sostanza, forse proprio per questo ha mantenuto il posto, Rachele Scarpa, sotto accusa per lo stesso motivo.  A sinistra il ventaglio delle gaffe possibili è sterminato, anche data l’incombenza del politicamente corretto. A destra la nota dolente è sempre la stessa: nostalgia per l’orbace. Prendiamo Fabio Roscani, presidente di Gioventù nazionale e capolista FdI in Abruzzo: sul suo account compare una sua foto dietro al ritratto di Italo Balbo, aviatore ferrarese, protagonista di azioni squadriste, uno dei quadrumviri della marcia su Roma e poi ministro dell’Aeronautica del governo Mussolini, dal 1929 al 1933. O Antonio Tavani, candidato anche lui in Abruzzo, ha postato immaginni accanto al volto di Mussolini.  

Facile immaginare quanti tireranno un sospiro di sollievo prima scatenarsi da bravi leoni da tastiera: "Ma quelli sono problemi che riguardano i politici. Non noi persone normale". Errore. Sarebbe bene ricordare che quando si va a chiedere un lavoro l’analisi dei social è ormai uso comune. Quel che si è detto credendosi al riparo ma anche come lo si è detto, con quali toni, manifestando quali intemperanze avrà il suo peso nel decidere sull’eventuale assunzione. E siamo appena agli inizi di una nuova era in cui di segreti ce ne saranno ben pochi.