Ergastolo ostativo e rave: cosa cambia con il primo decreto Meloni. Spunta un nuovo reato

Quanto si rischia di carcere per i mega raduni. Il presidente Mattarella ha firmato

Roma, 31 ottobre 2022 - Decreto giustizia, carcere ostativo e rave party (con rischio fino a 6 anni di carcere): nasce il reato di invasione per raduni pericolosi per l'ordine pubblico. In serata il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto (che comprende anche le misure anti-Covid). 

Ecco cosa cambia con il primo atto di Giorgia Meloni.

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Rave party, pene fino a 6 anni di reclusione 

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha spiegato l'introduzione del nuovo reato, invasione di terreni ed edifici finalizzata a raduni superiori a 50 persone da cui possano derivare problemi di sicurezza pubblica. Pene fino a 6 anni di reclusione. Prevista anche la confisca dei mezzi. 

"Stavamo già lavorando" - ha spiegato Piantedosi - a una norma sui rave party, "eventi particolarmente pericolosi, non solo per le stesse persone che li commettono, ma anche molto dispendiosi per l’impiego delle forze dell’ordine che ne consegue". "Ravvisavamo i requisiti di necessità e urgenza nel fatto che, probabilmente, l’assenza di una disciplina normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come la cronaca degli ultimi anni testimonia”, spiega. “Confidiamo, come avviene in altri Paesi e come avviene in altri settori, che la norma, una volta introdotta, possa costituire un elemento di deterrenza per l’accadimento di questi eventi”, prosegue. In particolare la confisca di costosi sound system. "Confidiamo nell’effetto deterrenza della sanzione accessoria della confisca obbligatoria dei mezzi che vengono usati per organizzare questi eventi", ha spiegato in conferenza stampa Piantedosi.

 

Il ministro Nordio sul carcere ostativo

Ma c'era grande attesa anche sull'ergastolo ostativo, provvedimento che Giorgia Meloni ha definito "simbolico". "Abbiamo accolto l'indicazione della Consulta", ha precisato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Nella nuova norma "è devoluta al giudice tutta una serie di valutazioni sulla possibilità di applicazione o meno dei benefici. La norma non compromette minimamente la sicurezza e la certezza della pena, si tratta di adeguarsi alle indicazioni della Consulta e di recepire le indicazioni del passato Parlamento che all’unanimità aveva proposto questa modifica". 

"Ho tolto il bavaglio a Nordio"

"Ho tolto il bavaglio che, ho letto sulla stampa, avevo messo al ministro Nordio con il quale abbiamo condiviso tutto il percorso fin dall'inizio", aveva dichiarato poco prima con ironia Meloni. "Il carcere ostativo ci sta particolarmente a cuore, prevede che i benefici carcerari nei casi di reati di mafia siano concessi solo ai detenuti che collaborino con la giustizia". Prossima riunione della Corte Costituzionale l'8 novembre "con il pronunciamento. Abbiamo scelto di inserire in un decreto la norme come erano state approvate all'unanimità dalla Camera".  

Riforma Cartabia

"Il prossimo 2 novembre sarebbe entrata in vigore la riforma Cartabia per la parte che riguarda il processo penale - ha spiegato ancora il premier Meloni - . Ma al ministro della Giustizia Nordio è stata spedita una lettera di tutti i procuratori generali d'Italia che segnalavano come le disposizioni previste in assenza degli strumenti rischiava di creare problemi significativi agli uffici".

"Ho ascoltato il grido di dolore delle procure"

Abbiamo "accolto il grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell’applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione". ha dichiarato Nordio.

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