Enrico Letta e la trasformazione del campo largo: dovrà accontentarsi di un camposanto

Dopo l'addio di Calenda finisce l’idea di una coalizione riformista. Il segretario del Pd con la premiata ditta Fratoianni & Bonelli si prepara a lanciare il patto in difesa della Costituzione contro 'le destre'

Enrico Letta e Carlo Calenda (Ansa)

Enrico Letta e Carlo Calenda (Ansa)

Roma, 8 agosto 2022 - “Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”, dice ora Enrico Letta, dopo una settimana laboriosa a cercare di tenere insieme quel che non si può tenere: Pd, Azione, Sinistra Italiana, Verdi, Luigi Di Maio, Emma Bonino… Al che il segretario è rimasto solo con la sinistra, dopo l’addio del segretario di Azione, indeciso a tutto ma non a confondersi con chi ha sempre votato la sfiducia al governo Draghi, è contro i rigassificatori e contro l’invio delle armi (e, nel caso di Nicola Fratoianni, segretario di Articolo 1, con chi è contrario anche all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato).

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Letta dunque resta in compagnia della premiata ditta Fratoianni & Bonelli e si prepara a lanciare il patto in difesa della Costituzione contro 'le destre', come amano dire i soliti Goffredo Bettini e Nicola Zingaretti. Quelle destre, spiega Letta, che vogliono riscrivere la Costituzione (come se il Pd non avesse votato a favore del taglio del numero dei parlamentari). Calenda ha scelto di aiutare Giorgia Meloni e alleati, insiste il segretario del Pd, che dà il via libera ai suoi dirigenti di bombardare il segretario di Azione a social unificati.

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Finisce così l’idea di una coalizione riformista, 'liberal-progressista', come la pensava Calenda: il Pd approda a un assetto politico-elettorale che con l’Agenda Draghi ha pochissimo a che fare, per la soddisfazione di Andrea Orlando e Peppe Provenzano. “A partire dalla giornata di oggi, dobbiamo avere gli occhi di tigre. Nei momenti che passerete alle nostre feste, che sono tantissime in tutta Italia, comunicate con gli occhi di tigre ai militanti”, aveva detto qualche giorno fa il segretario del Pd, citando Rocky, pronto ad affrontare soprattutto Meloni ma ora anche un ipotetico Terzo Polo.

Alla coalizione di Letta manca il centro e checché se ne dica difficilmente potrà essere Di Maio il campione del centrismo democratico. Doveva essere un 'campo largo', Letta si dovrà accontentare di un camposanto. “Calenda non ha onorato la parola data. In politica, come nella vita, è una cosa grave”, dice Letta, che è convinto che Calenda andrà da solo ma rischia di aver fatto un regalo a Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva è sempre pronto a dare vita  all’alleanza di centro, alla quale ha appena detto sì Federico Pizzarotti con la sua Lista Civica Nazionale. “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria”, dice il senatore fiorentino. C’è solo un problema, per Renzi e Calenda: troppi galli in un pollaio difficilmente possono stare insieme. Forse Letta punta anche su questo.