Come si vota il 25 settembre: la guida per non farsi annullare la scheda

Una breve guida illustrata per apporre la X sulle schede e per capire come vengono trasformati i voti in seggi

Nella sola giornata di domenica 25 settembre, dalle ore 7.00 alle ore 23.00, gli italiani eleggeranno il nuovo Parlamento. Possono votare per Camera e Senato tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni di età portando con sé un documento d’identità valido (es. carta d’identità, patente o passaporto, purché munito di foto) e la tessera elettorale.

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È possibile votare solo nel proprio comune di residenza, all’indirizzo e al seggio indicati sulla tessera elettorale. Nel caso un elettore ne sia sprovvisto, può chiedere la tessera agli uffici elettorali del proprio Comune (che domenica 25 settembre resteranno eccezionalmente aperti dalle 7 alle 23).

Come apporre il voto sulla scheda elettorale

Ad ogni elettore verranno consegnate due schede, una rosa per la Camera e una gialla per il Senato. Su ogni scheda sono indicati i partiti in competizione (alcuni delli quali uniti in coalizione) e i quattro candidati al plurinominale. Ogni partito o coalizione presenta anche un candidato per il collegio uninominale, indicato in alto.

Il modo più semplice di votare è fare una X sul simbolo del partito desiderato. In questo caso il proprio voto andrà anche al candidato all’uninominale collegato a quel partito o a quella coalizione.

In alternativa, si può fare una X sul nome del candidato, in questo caso il voto sarà ripartito proporzionalmente tra le liste in base ai voti ottenuti in quel collegio. Infine, è possibile mettere una X sia sul nome del candidato sia quello del partito (il voto andrà esclusivamente al candidato e al partito scelto).

Se sei indeciso su quale partito votare puoi cliccare qui per leggere una sintesi dei programmi dei partiti oppure consultare il Navigatore Politico 2022, un test anonimo e gratuito che mostra quali partiti sono più vicini alle tue preferenze.

Come non farsi annullare la scheda

Non è consentito il voto disgiunto: non si può votare una lista e, contestualmente un candidato all’uninominale collegato ad un’altra lista. Il voto viene annullato anche se il segno fatto nella scheda lascia intuire che l’elettore abbia voluto far riconoscere la sua identità (ad esempio, con un disegno o un simbolo al posto della X).

 

Come vengono trasformati i voti in seggi

Il Parlamento italiano è composto da 400 deputati e 200 senatori. L’attuale legge elettorale (chiamata “Rosatellum”) prevede che 253 deputati e 126 senatori siano eletti con sistema proporzionale, mentre i restanti 147 deputati e 74 senatori con sistema maggioritario.

I seggi assegnati con metodo proporzionale vengono assegnati in collegi plurinominali in proporzione ai voti ottenuti dai vari partiti (il 5% dei voti corrisponde al 5% dei seggi). In ogni collegio plurinominale ogni partito o coalizione presenta una lista di quattro persone (che possono essere elette tutte, o nessuna, a seconda dei voti ottenuti da quella forza politica nel collegio).

Nel sistema maggioritario, invece, c’è un collegio per ogni seggio da assegnare. Questi sono collegi uninominali perché in ognuno di essi ogni partito o coalizione propone un solo candidato: alla fine, chi ottiene anche solo un voto più degli altri vince il seggio.

I collegi, ovviamente si sovrappongono geograficamente. Ogni comune italiano fa parte, contemporaneamente, di quattro diversi collegi: l’uninominale della Camera e del Senato, il plurinominale della Camera e del Senato.