Elezioni sotto tiro, Urso: "Russia e Cina giocano sporco. E noi siamo fragili"

Il presidente del Copasir sugli attacchi sempre più intensi: "Dobbiamo recuperare terreno nella lotta alla propaganda"

Il presidente del Copasir, Adolfo Urso

Il presidente del Copasir, Adolfo Urso

Adolfo Urso liquida Dmitri Medvedev come "personaggio grottesco", bollando la sua uscita come una "carnevalata". Perché, al contrario, avvisa il Presidente del Comitato parlamentare di controllo per la sicurezza della Repubblica, quello che ci deve preoccupare davvero, "perché più pericoloso, è ciò che non si vede". E, dunque, "le ingerenze russe, ma anche cinesi, nei nostri sistemi democratici, anche durante le campagne elettorali". "È la guerra dei regimi autoritari contro l’Europa e l’Occidente – incalza uno degli uomini di punta di Fratelli d’Italia – la sfida vera, rispetto alla quale siamo in ritardo. Mentre ci facciamo male da soli se non capiamo che nessuno dovrebbe usare la politica estera per denigrare l’avversario, non capendo la rilevanza della posta in gioco: la credibilità e l’affidabilità del nostro Paese".

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La relazione del Copasir, votata all’unanimità, è netta: siamo sotto attacco.

"Le ingerenze russe e non solo russe sono un aspetto fondamentale di quella guerra ibrida che i sistemi autoritari, russi e cinesi in testa, praticano da oltre un decennio nei confronti delle democrazie. L’Italia è in ritardo nel contrasto della propaganda, della disinformazione, del condizionamento, delle ingerenze rispetto a quanto fatto da anni dalle istituzioni europee e da altri Paesi".

Come recuperare il terreno perduto?

"La Germania, la Francia, la Svezia, la Gran Bretagna hanno fatto interventi legislativi per tutelare al meglio le democrazie dei loro Paesi da questi attacchi. Noi dobbiamo recuperare il terreno perduto con una serie di nuove norme che servono a creare le condizioni più efficaci perché i nostri apparati possano agire al meglio, come abbiamo fatto con l’Agenzia per la cybersicurezza creata lo scorso anno: oggi abbiamo approvato l’ultimo dei decreti per la piena funzionalità dell’Agenzia".

Nell’immediato quali rischi corriamo in vista del voto?

"Operazioni ibride, disinformazione e attacchi cibernetici diventano più intensi e accentuati con l’avvicinarsi delle consultazioni elettorali. In Germania i sistemi informatici del Bundestag, per esempio, sono stati violati con esfiltrazione di informazioni dalla posta elettronica dei parlamentari tedeschi. Da qui la nostra richiesta di innalzare il livello di allerta, con adeguate misure, da parte di tutte le autorità su possibili ingerenze e interferenze esterne durante la campagna elettorale".

Sono ipotizzabili infiltrazioni negli stessi partiti per condizionarli?

"La relazione della Commissione Glucksmann del Parlamento europeo del marzo di quest’anno indica molti esempi di condizionamento, tra i quali anche accordi politici tra partiti. Ma anche un fenomeno più significativo definito "elite capture", che consiste nell’assoldare, in società o enti controllati, personalità politiche di primo piano, a fine incarico, che hanno avuto ruoli importanti nei Paesi dell’Unione".

È il caso di Gerhard Schröder?

"Il documento indica undici nomi: anche quello dell’ex primo ministro francese François Fillon. Nessun italiano, però".

Anche la Lega di Matteo Salvini, come i grillini di Giuseppe Conte, sono stati considerati filo-Putin, anche per via delle critiche al sostegno armato all’Ucraina.

"Noi siamo riusciti, come Parlamento, con il contributo rilevante di Fratelli d’Italia, che da partito di opposizione ha votato con coerenza e determinazione per sostenere l’Ucraina anche con le armi, a garantire una posizione unitaria di tutte le forze politiche a difesa delle nostre democrazie e di contrasto alla guerra che la Russia ha scatenato. Questa unità è un bene prezioso da non sprecare sull’altare della campagna elettorale. Credo, insomma, che oggi ci voglia la massima responsabilità di tutti per evitare di usare la politica estera per denigrare e delegittimare l’avversario e di diventare noi stessi strumenti di disinformazione: sarebbe un danno all’intero Paese, chiunque vinca, e un regalo a chi vuole condizionarci. Tanto più che usciamo da una legislatura nella quale abbiamo avuto posizioni in politica estera diversificate fino a quando non è arrivato il governo Draghi".

A che cosa si riferisce?

"L’esempio più eclatante di ingerenza straniera e di sudditanza dell’Italia agli interessi di un’altra nazione, la Cina, è stato il Trattato sulla via della seta del governo Conte. Noi l’abbiamo sempre denunciato. E siamo con le carte in regola per non dover prendere lezioni da nessuno. Anzi".

L’atlantismo come stella polare di Fratelli d’Italia, dunque?

"La destra italiana si è sempre espressa in ogni momento a sostegno dell’Alleanza atlantica e dei valori dell’Occidente, così come le altre forze del centrodestra. Persino il Movimento sociale è sempre stato a favore della Nato e nel momento più grave del confronto Est-Ovest votò a favore dell’installazione dei missili Pershing e Cruise nel nostro Paese. Non si può dire la stessa cosa della sinistra".