Direzione Pd, Letta: "Togliamoci il doppiopetto: opposizione dura"

Il segretario traccia la road map: congresso a marzo e largo ai giovani

Roma , 6 ottobre 2022 - Il simbolo non si tocca, figuriamoci sciogliere il partito democratico a cui serve però un profondo rinnovamento. Di uomini (e donne perché qualcuno ha parlato di "troppo maschilismo") ma soprattutto idee. A partire da un congresso costituente da portare avanti parallelamente a un lavoro di opposizione parlamentare "dura e intransigente" e da concludere entro l'inverno o all'inizio della primavera (metà marzo). Questa la proposta che Enrico Letta porta alla direzione del Pd e che il parlamentino dem approva con un solo voto contrario e due astenuti. Dal Nazareno arriva la soddisfazione del segretario per il via libera alla proposta del congresso in quattro fasi, aperto ben oltre il Pd, con momenti di approfondimento sui principali nodi e che si concluda con le primarie, alla fine dell'inverno.

Mobilitazione

Letta vuole un partito all'opposizione "dura e intransigente" e per la quale chiama alla mobilitazione il partito, sia in Parlamento che fuori: "Togliamoci il doppiopetto, vestiamo subito le vesti dell'opposizione, cambiamo subito mentalita. Per essere opposizione dobbiamo essere istituzionali, propositivi, ma essere opposizione. L'opposizione ci farà bene, ci consentirà di rigenerarci e ripensare nostro futuro in raccordo con il nostro Paese". Un'opposizione contro "un governo che mostra già adesso le sue difficoltà. E non è ancora nato. Giudicheremo il governo per quello che farà, ma qualunque idea programmatica venuta già meno rispetto alle tante promesse di campagna elettorale".

"Non durano"

Letta azzarda addirittura una previsione: "La luna di miele del governo con il paese sara' breve: la situazione sociale nel paese è fortemente deteriorata dalla guerra e dalla crisi economica

Congresso costituente

Secondo la road map tracciata dal segretario le due presidenti dei gruppi, Malpezzi e Seracchiani, rimarranno al loro posto almeno fino all'elezione della nuova segreteria.  

Largo ai giovani

Con una dichiarazione d'amore Letta spazza via dal tavolo qualsiasi ipotesi di scioglimento del partito o di modifica del simbolo: "Ne sono innamorato". Quello che va cambiato è anzitutto il gruppo dirigente: "Serve un nuovo gruppo dirigente formato da nuove generazioni, dice Letta: "E' giusto mettere in campo una classe dirigente più giovane, che il Pd ha, in grado di contrastare un governo guidato da una donna giovane, sebbene con una lunga militanza alle spalle. Una nuova generazione legittimata dal congresso, che metta in pratica i nostri valori",

La sconfitta

Letta non nasconde la sconfitta, se ne assume la responsabilità, ma non accetta la drammatizzazione di chi dice che è tutto da gettare a mare e di sciogliere il partito. "Siamo gli unici ad aver fatto elezioni in alternativa alla destra, tutti gli altri hanno fatto elezioni in alternativa a noi. Noi siamo gli unici ad aver costruito un progetto alternativo alla destra". Una alternativa confermata da un risultato che, nella sconfitta, attribuisce al Pd il ruolo di "partito guida dell'opposizione", in quanto secondo partito in Italia e primo fra quelli che non stanno in maggioranza.

Guerra e campo largo

"La guerra, per le responsabilità di governo che ci siamo assunti  spiega il segretario - ci ha messo in una condizione nella quale la nostra capacità espansiva è stata interrotta. Non rinnego la nostra scelta, c'à bisogno di assumersi delle responsabilità", spiega il segretario. La guerra, ma non solo. A pesare sulla sconfitta del Pd anche l'implosione del "campo largo", che ha reso impossibile il presentarsi all'appuntamento con il voto dentro a una alleanza larga. "Un campo ha vinto perchè è stato unito, il nostro campo invece non lo è stato nonostante il lavoro di mesi ed anni per costruire il campo largo, una larga unita', unica condizione con la quale si sarebbe potuto vincere". Chissà come reagiranno Conte e i suoi.