Venerdì 19 Aprile 2024

Dieci milioni di voti senza un padrone

Secondo i maggiori istituti di ricerca i dieci milioni di giovani al voto sono la vera incognita di questa tornata elettorale. Stavolta con un punto interrogativo in più: per la prima volta votano al Senato anche i diciottenni

Una giovane al voto per la prima volta

Una giovane al voto per la prima volta

Secondo l’Istituto “Carlo Cattaneo” di Bologna, diretto dal politologo Salvatore Vassallo, la sola incertezza sul voto delle politiche riguarda gli astenuti, specie i giovani. I politici stanno facendo molto – o, almeno, fingono di farlo – per accattivarsi le loro simpatie. Tutti i leader, come si sa, sono sbarcati sul social ‘tipo’ delle nuove leve di ragazzi/e, ‘Tik tok’, e hanno inondato di loro messaggi promozionali questo e altri social, con effetti peraltro discutibili e, di certo, molto ‘presi in giro’ dai giovani utenti. Inoltre, partiti e coalizioni promettono ‘molto’ ai giovani utenti sia in quanto a programmi elettorali sia in quanto a ‘promesse’ per un futuro migliore.  Di questi temi lo Speciale elezioni di Qnet ha parlato più volte in articoli che si trovano sul sito. Qui, invece, preferiamo concentrarci sull’aspetto quantitativo e qualitativo della presenza numerica dei giovani (gli under 25) alle prossime elezioni. Anche perché, oggi il voto giovanile, non legato ad alcun retaggio comportamentale o ideologico, è assai arduo da prevedere. C’è innanzitutto da considerare che per la prima volta i diciottenni voteranno per il Senato. E i giovani sono una quota considerevole di quel 35% di indecisi che registrano i sondaggi e che potrebbero se non ribaltarne l0esito, modificare i rapporti di forza. Gli elettori tra i 18 e 26 anni sono 9,9 milioni, 3,8 milioni coloro che per la prima volta votano al Senato su 51 milioni di aventi diritti al voto. E, guarda caso, gli ‘indecisi’ sono soprattutto quelli compresi nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni. Volendo ancora di più ‘parcellizzare’ il dato complessivo, secondo l’Istat nel 2022 compiono 18 anni 576.700 ragazze e ragazzi, l’1,1 per cento degli elettori. Con i loro fratelli più grandi, che a marzo 2018 non erano ancora maggiorenni e che, oggi, hanno tra i 19 e i 22 anni, i debuttanti alle elezioni politiche sono poco meno di 3 milioni, il 5,7 per cento. Con la legge costituzionale n. 1 del 18 ottobre 2021, relatore Federico Fornaro, il legislatore ha, infatti, cancellato dalla Carta costituzionale, modificando l’articolo 58 della Costituzione, il limite dei 25 anni di età previsti in precedenza, il cd. ‘elettorato passivo’. ‘L’elettorato attivo’, invece, cioè l’obbligo di avere 25 anni per essere eletti alla Camera e 40 al Senato è rimasto intatto. Infine, problema nel problema, c’è pure il tema del voto di studenti e/o lavoratori ‘fuori sede’. Sono, infatti, quasi 5 milioni i cittadini italiani elettori – i quali, però, ovviamente, non sono ‘tutti’ giovani, per lo più spesso ‘under 35’ – che, per poter esprimere il proprio voto, non potranno recarsi nei seggi del luogo ‘di vita’, per ragioni di studio (Università, Erasmus, stage, etc.) o lavoro (lavoratori all’estero, per lo più, ma pure lavoratori ‘full time’ lontani dalla residenza). Essi, per votare, dovranno rientrare nel luogo dove, invece, hanno deciso di tenere la residenza. Solo gli studenti fuorisede sono circa 2 milioni e la stima totale arriva, più o meno, a 5 milioni. L’ingresso di milioni di giovani ‘al voto’ coinciderà con la scelta consapevole di far contare il proprio voto? La domanda è aperta.