Congresso Pd, Bonaccini e l'ombra Nardella

Candidato più accreditato, il presidente della Regione Emilia-Romagna teme la concorrenza del sindaco di Firenze

Il governatore è pronto, il Pd no. E chi conosce Stefano Bonaccini sa che questo attendismo estremo – pretattica, tattica, rinvio a marzo, discussione annegata dalle correnti e dalla "filosofia" – lo fa innervosire. Il congresso Pd, partito con tutti i contorni della tragedia, sta assurgendo velocemente a farsa. E il presidente della Regione Emilia-Romagna sa che questo logorio non può che danneggiarlo e (forse) bruciarlo nella corsa in cui, per ora, pare il futuribile candidato più accreditato. A Roma qualcuno non lo ama e pare che le cordate avverse stiano cercando un nome che possa unire, un rivale-ombra che al momento è più disegnato che nominato: circola già, come possibile rivale, il nome del sindaco di Firenze Dario Nardella. Resta il fatto che Bonaccini (innervosito dallo scenario, soprattutto in relazione ai tempi) al momento sta dichiarando un po’ meno sul tema candidature al congresso e sul futuro del partito. Il periodo novembre-dicembre potrebbe essere quello per la possibile svolta: in questo mese e mezzo si deciderà la partita.

Schlein 

L’ipotesi Elly Schlein pare intanto tramontare anche se la vicepresidente (pure lei indicata da molti per la segreteria, sebbene sia sprovvista di tessera dem) non si è ancora dimessa dal suo incarico bolognese, ma pare solo per ragioni tecniche. Questo ha bloccato il rimpasto di giunta, con Irene Priolo (attuale assessora all’ambiente ed ex sindaca di Calderara di Reno e assessora al traffico a Bologna) che resta la favorita per il ruolo di vice. Tornando a Bonaccini, una delle poche dichiarazioni fatte sul Pd in questi giorni è un messaggio inviato al congresso nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, in corso a Modena. E non è un caso che sia intervenuto proprio sul tema dei diritti, per allargare il suo sguardo oltre la via Emilia (regionalità di cui lo accusano i detrattori).

Il Bonaccini pensiero

"Ci siamo dati il compito di rigenerare il Pd e costruire un nuovo centrosinistra. A partire dall’esigere la tutela dei diritti – ha detto –. Solleciterò al partito a cui sono iscritto  l’opportunità di mettersi alla testa di queste innovazioni, sia sugli strumenti che sui contenuti. La scienza, le libertà e la ricerca devono diventare temi prioritari. È un vuoto che non può essere riempito dai Tribunali, e non possiamo poi stupirci se i cittadini non partecipano alle elezioni. E soprattutto in assenza di leggi e decisioni della politica, vanno garantiti percorsi referendari, anche in nome di una laicità che non può essere messa in un angolo. Un impegno che deve essere rafforzato e moltiplicato nel Paese anche per la cura delle malattie rare e genetiche e il sostegno ai familiari, alle persone che prestano assistenza. Anche qui, una sola parola: ricerca, per la quale servono adeguati finanziamenti". Un discorso nazionale. E, tolti alcuni interventi tivù, è un chiaro cambio di passo. Ma servirà, per contrastare chi gli vuole opporre un coniglio dal cilindro, come Nardella?