Governo Meloni, l'accelerazione scuote il Pd: "Troppi 6 mesi per fare un congresso"

Da Orfini a Bonaccini, i big chiedono tempi più stretti: "Diamo l'impressione di parlare solo di noi e non del Paese". Venerdì la Direzione

La rapida formazione del governo Meloni, che si prende la scena anche come prima donna premier della storia italiana, mette in crisi il Pd, costretto a incassare anche l'elezione di presidenti di Camera e Senato esponenti della maggioranza (e anche molto 'identitari') e a fare i conti con una solida maggioranza paelamentare di centreodestra.

Fra i dem si allarga così il fronte di chi vede troppo lontano per chiudere il congresso l'orizzonte di marzo, come indicato da Enrico Letta. Troppi mesi senza un nuovo leader e un nuovo gruppo dirigente. Qualche dubbio viene anche a chi nelle scorse settimane aveva indicato la necessità di tempi lunghi, per un vero processo costituente. Come Andrea Orlando, il quale resta dell'opinione che serva una discussione profonda ma osserva: "Anticipare? O si fa un congresso davvero costituente o tante vale, vorrei capire quali sono regole".

La sede in cui discutere delle regole del congresso sarà la Direzione di venerdì. Passaggio che Enrico Letta cita nell'intervento in aula alla Camera. "Faremo fino in fondo il nostro lavoro di opposizione. Venerdì cominceremo il nostro congresso costituente, ma il nostro congresso costituente sarà parte dell'opposizione a voi". Per il Nazareno il timing resta quello concordato nell'ultima Direzione: la fine dell'inverno. Una contrazione dei tempi sarebbe controproducente per una discussione vera e partecipata. Tuttavia, Matteo Orfini non la pensa così: "Nel ricominciare a fare politica rientra anche una considerazione tecnica: di fronte a questo governo che parte, immaginare che metterci 5 mesi a fare un congresso serva a rendere quel congresso più efficace significa non avere molto chiara la gravità della situazione". E in serata interviene sul punto anche il candidato in pectore alla segreteria, Stefano Bonaccini. A fronte di una destra che in un mese è partita con il governo, ragiona, "un partito che ci mette sei mesi a scegliere un segretario temo non sia molto in sintonia con il Paese. Io proverei ad anticipare e accelerare un po', per evitare di dare l'idea che perdiamo mesi a discutere di noi, mentre c'è qualcun altro che si occupa di risolvere i problemi dei cittadini".