Liste Pd, territori in agitazione per Di Maio

Contestazioni contro il Nazareno e la "gestione" di Letta da Campania, Marche, Lazio, Toscana ed Emilia: troppi "paracadutati" nei seggi sicuri

Roma, 16 agosto 2022 - Oltre ai sindaci Pd anche nei vari territori dem si sono subito sollevate critiche contro il Nazareno e la ‘gestione’ delle candidature da parte di Letta e dei suoi. 

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Tutta la Campania è sul piede di guerra…

La Campania è in rivolta. Dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a tutti i sindaci del circondario e pure quelli delle altre province campane contro i ‘catapultati’, o ‘paracadutisti’, da Roma. I quali sono due: Dario Franceschini (ministro, leader di Area dem, corrente interna così potente da far candidare la moglie, capolista al proporzionale di Campania 1 al Senato), di cui già si sapeva, e Roberto Speranza, leader (sic) di Articolo 1 (capolista sempre nel listino bloccato della medesima circoscrizione, ma alla Camera), senza dire che il povero ‘Bob Hope’ è stato respinto, per giorni, da altre regioni, a partire da quelle ‘rosse’. Il guaio è che nessuno dei due, Franceschini e Speranza, hanno un voto in natura e tantomeno sotto le falde del Vesuvio, dove il Pd, alle comunali, ha preso il 12%...

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Non basta. La Campania si deve ‘caricare’ anche Luigi Di Maio in un collegio uninominale sicuro (peccato che non lo sia affatto), quello di Secondigliano-Afragola e, appunto, Speranza…

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Marche in tumulto. Paracadutisti in arrivo!

Marche in tumulto per lo stesso motivo. Tra i ‘paracadutisti’ campeggia Marco Bentivogli, ex leader della Fim-Cisl, fondatore di un movimento centrista, è catapultato in un collegio del Senato, quello di Ancona-Pesaro, definito ‘contendibile’, ma che in realtà andrebbe strappare con le unghie e con i denti. I marchigiani incroceranno le braccia, si dice, perché collegi non ne hanno, tranne una seconda posizione, alla Camera, nel listino proporzionale, dove la prima è tale Manzi, Irene, il cui merito è di essere vicina a Letta mentre il sindaco di Pesaro, e presidente di Ali, Matteo Ricci, ha dovuto mandar giù il boccone amaro di rinunciare ai suoi nomi più prestigiosi. Le Marche, non più ‘terra rossa’ da tempo, va detto, si allietano anche della presenza, al Senato, del franceschiniano di ferro Alberto Losacco, ovviamente blindatissimo (capolista nel listino) mentre Alessia Morani (marchigiana) va nel collegio di Pesaro 1 Camera e pure lei rischia…

Lazio conteso fino all’ultimo dagli ‘imbucati’

Tra Nicola Zingaretti capolista nel listino proporzionale alla Camera e Cecilia d’Elia (capolista dem al Senato), entrambi a Lazio 1, mentre Emma Bonino va nel collegio di Roma 1 (Senato), Paolo Ciani (Demos) a Roma 1 Camera spicca la candidatura di Michela De Biase, consigliera regionale dem e, soprattutto, ‘moglie’ di Franceschini. Insomma, Dario ‘tiene’ famiglia. Ma pure quella della giovane (e molisana…) Cerroni ha fatto storcere la bocca a molti laziali mentre Roberto Morassut, storico veltroniano, rischia di perdere il seggio, e Patrizia Prestipino (minoranza riformista) lo dovrà ottenere coi denti (ma lei ci è abituata e di solito prende tanti voti). Infine, un posto da capolista pure per il socialista Enzo Maraio, sempre a Roma 1 (listino bloccato e blindato del proporzionale) perché i tre ‘nanetti’ (Art. 1, Psi, Demos) bisogna accontentarli tutti…

Solo Toscana ed Emilia ‘pareggiano’ i conti…

Solo Toscana ed Emilia-Romagna ‘pareggiano’, in parte, i conti: riescono a imporre almeno una quota di espressione dei ‘territori’, ma pure loro devono ingoiare tanti bocconi amari. A Bologna vengono candidati Elly Schlien (in quota ‘Agorà’ e pure ‘diritti civili’), Stefano Vaccari (quota ‘Zinga’) e Valentina Cruppi (quota Letta): avranno tutti e tre posti super-blindati nei listini, mentre a giocarsi i collegi va gente di ‘territorio’ (De Maria, l’ex sindaco Merola, Carpi, etc.). Pierferdinando Casini è confermato nel collegio uninominale Senato di Bologna 1, l’ex sottosegretaria portavoce di Prodi, Sandra Zampa De aniele Manca in due collegi al Senato. Invece, il collegio di Imola-Faenza, è tutto dedicato a sfamare i piccoli ‘di sinistra’: Bonelli (Verdi) e Cucchi (società civile) entreranno tutti e due, uno alla Camera e l’altro, invece, al Senato.

In Toscana tutto, o quasi, va come le previsioni. La segretaria regionale, Simona Bonafé, sarà capolista alla Camera, Ilaria Cucchi capolista in Senato nel collegio di Firenze 1. Ma il regionale deve mandare giù bocconi amari. Oltre alla ‘defenestrazione’ di Ceccanti, scalzato dal leader del partito ‘fratello’ (SI) Fratoianni a Pisa, arrivano pure Marco Furfaro (area Zinga) e, pare, ma a notte non si sa ancora, la cigiellina Camusso (Senato). Uno smacco, in definitiva, per una delle sole due regioni, con l’Emilia, che è ancora (per quanto ancora?) ‘fortino’ di voti rossi.

Al netto di altre situazioni ancor più complesse (in Puglia il governatore Emiliano piazza i suoi, in Sicilia la fa da padrone il vice-segretario, Provenzano, in Calabria è guerra tra bande, ma sono posti dove il Pd prende sempre pochi voti), resta il punto. A cosa serve candidare persone che sia iscritti al Pd che esterni, non hanno un voto?

A nulla o molto poco. Vale, dunque, quanto detto dai saggi campani: “da noi non avranno un voto”, sbottano alcuni di loro che sanno di cosa parlano “perché se li volevano ci dovevano consultare. Ora Letta si faccia la sua campagna, tanti auguri”.