Frasi pro Hitler: il caso di Calogero Pisano, eletto con Fratelli d'Italia

Sospeso dal partito (ma non ancora espulso) dopo i post di apprezzamento per il Führer e Putin, non ha rinunciato alla corsa per il parlamento. E' stato eletto ad Agrigento

Calogero Pisano con Giorgia Meloni (Imagoeconomica)

Calogero Pisano con Giorgia Meloni (Imagoeconomica)

Agrigento, 26 settembre 2022 - E' un caso l'elezione di Caolgero Pisano. Fino a pochi giorni fa coordinatore di Fratelli d'Italia nelle provincia di Agrigento, Pisano è finito nell'occhio del ciclone per alcuni post su Facebook del 2004 che inneggiavano a Hitler (di cui diceva "è un grande statista") e Putin. Il partito ha incassato le proteste del Pd e della comunità ebraica e il 19 settembre scorso l'ha sospeso: ma Pisano era già candidato al Parlamento con la casacca della Meloni e ora Fratelli d'Italia se lo ritrova deputato. L'ex dirigente si era infatti dimesso dal partito ma non aveva rinunciato alla corsa per il Parlamento: è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale agrigentino, con il 37,82%, battendo Filippo Perconti del M5s (29,28%). 

Pisano, 41 anni, ha presentato una lettera di dimissioni: "Non voglio trascinare Fratelli d'Italia in situazioni imbarazzanti", ha detto. Ma ancora non è fuori dal partito. "Al momento non è un nostro deputato", si affretta a precisare Giampiero Cannella, commissario di FdI nella provincia siciliana. "Resterà sospeso finché non si riunirà la Commissione nazionale di garanzia".

Fratelli d'Italia non poteva impedire a Pisano di entrare in Parlamento, così come ora non può imporgli alcuna scelta di indirizzo politico. L'articolo 67 della Costituzione nega infatti il vincolo di mandato, tutelando la libertà dell'eletto rispetto alle ingerenza del partito. 

"Una espulsione da Fratelli d'Italia - spiega  Maria Cristina Cavallaro, docente di Diritto amministrativo all'Università di Palermo - non avrebbe effetti sul suo mandato di parlamentare: il deputato potrebbe scegliere di iscriversi a un altro gruppo se il partito gli negasse la possibilità di fare ingresso nel proprio gruppo parlamentare.  Ciò non toglie che il partito possa esercitare poteri disciplinari, che eventualmente potrebbero generare un conflitto politico e/o giuridico tra l'iscritto e il partito, ma che, come detto, non avrebbero conseguenze sul mandato parlamentare".