Bonaccini-Schlein figure sempre più nazionali: in Emilia-Romagna è corsa alla successione

L'elezione alla Camera dalla vicepresidente regionale apre il risiko di nomine e promozioni. E il governatore potrebbe lasciare prima del 2025

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini

Bologna - Bonaccini nuovo condottiero del Pd, Bonaccini nuovo segretario, Bonaccini ipotetico prossimo candidato premier per il centrosinistra, Bonaccini punto di riferimento del Pd riformista.

Al governatore dell'Emilia-Romagna si possono cambiare i vestiti come a Ken, il giocattolo Mattel eterno fidanzato di Barbie, in questo periodo le voci su di lui si moltiplicano ogni giorno, ma qualcuno ha mai pensato alla sua successione alla guida dell'Emilia-Romagna? Sì, e la ruota sta già girando. Che si vada a naturale scadenza di legislatura, quindi a inizio 2025, o che si arrivi a votare prima per uno dei più disparati motivi, si può già delineare un quadro futuristico, c'è chi già aspira a guidare una delle locomotive economiche d'Italia. E sono i 'discepoli' di Bonaccini.

In pole position c'è sicuramente Elisabetta Gualmini, ex assessora al Welfare in Regione ed ex vice proprio di Bonaccini (come Elly Schlein), politologa e attualmente europarlamentare Pd, che a più di una persona avrebbe confidato che il suo obiettivo sarebbe quello, succedere al suo ex principale che sta peraltro apertamente appoggiando in chiave congresso Pd. Gualmini si muove da tempo a carte scoperte, e qualcuno sussurra che la sua desistenza nella corsa a Palazzo d'Accursio (il suo nome era tra quelli più accreditati per una sfida politica 'interna' a Matteo Lepore) non sia propriamente scollegata da questo discorso. Chiaramente, oltre a Gualmini possono giocarsi le loro fiche alcuni assessori attualmente in carica. E' il caso di Andrea Corsini, che in viale Aldo Moro detiene Trasporti, Turismo e Commercio, che è un fedelissimo di Bonaccini e dalla sua avrebbe sia quella stima robusta da parte del presidente, sia la sua Romagna, che rivorrebbe un governatore autoctono. Potrebbero avere mire anche Raffaele Donini, assessore alla Sanità, e Paolo Calvano, assessore al Bilancio, anche se in questo quadro, almeno finora, sembrerebbero più avanti rispettivamente Gualmini e Corsini.

Più difficile sembrerebbe la strada per Irene Priolo, che invece potrebbe diventare a breve la nuova vicepresidente della Regione. L'attuale assessora all'Ambiente, infatti, sembra essere la più accreditata a sostituire Elly Schlein (appena eletta alla Camera) in quel ruolo. Anche se nelle ultime ore è tornata a girare la voce di un pressing della sinistra 'Coraggiosa' per far rimanere tutto com'è, ovvero restituire al movimento di provenienza di Schlein sia l'assessorato, sia la vicepresidenza. Un incastro complicato, Priolo potrebbe spuntarla anche per la questione 'di genere', perché con il possibile ingresso di Igor Taruffi in giunta (il capogruppo in Consiglio regionale di 'Coraggiosa' assorbirebbe le deleghe di Schlein) sposterebbe il saldo uomo/donna su un irrituale, di questi tempi, 7 a 3 per la componente maschile. La nomina di Taruffi, oggi data probabile con qualche sfumatura d'incertezza che è obbligatoria in questi casi, non minerebbe però gli equilibri di giunta e per questo Bonaccini potrebbe decidere di non cercare oltremodo una figura femminile, il tempo stringe e la settimana prossima lo scacchiere deve essere chiaro.

Ancora più complicato un più profondo rimpasto, con Mauro Felicori (Cultura) che dovrebbe rimanere al suo posto malgrado le voci su un possibile ingresso al suo posto del compagno di partito Marco Di Maio (Italia Viva). Giovedì 13 si insedia il nuovo Parlamento, è corretto pensare, come detto, che Bonaccini entro una decina di giorni possa prendere una decisione definitiva.