Mercoledì 24 Aprile 2024

Beppe Grillo, dalle sparate all'ombra. Che fine ha fatto l'Elevato?

Il leader è sparito dai radar. Mossa tattica in attesa di capire come andrà il Movimento?

E, adesso, che farà l’Elevato? Come gestirà questo ritorno nell’ombra che l’uscita di scena - ormai quasi inevitabile - della sua creatura politica, il M5s, naturalmente lo costringerà a fare? Triste, insomma, il tramonto di Beppe Grillo, colui che in tempi recenti, dalle stanze dell’Hotel Forum, faceva il bello e il cattivo tempo, in linea diretta con le stanze più alte di palazzo Chigi. Il suo blog, un tempo verbo e Talmud compulsato quotidianamente da parlamentari in cerca della linea da seguire, negli ultimi giorni ha ospitato interventi su argomenti assolutamente "visionari". Tipo: come l'"energia pulita può arrivare dallo spazio", oppure le "lenti a contatto intelligenti per diagnosticare il cancro" e le "foreste urbane del futuro". Di pensioni, reddito di cittadinanza o altri temi di battaglia elettorale del ‘suo’ M5s, neanche l’ombra.

Grillo è ormai una meteora nell’agone della politica italiana, scomparso dai radar ormai da diverse settimane. L’ultimo atto è stato quello di imporre il suo diktat al presidente Giuseppe Conte sulle nuove liste dei parlamentari. "Niente terzo mandato per i parlamentari uscenti", è stata la pietra tombale sulla carriera di molti volti noti del Movimento. E stop. Da lì in poi, il Garante - che alla vigilia delle politiche del 2013, un'era geologica fa, attraversò a nuoto lo stretto di Messina - è rimasto in silenzio. Nessun commento sull'ipotesi presidenzialismo, niente sul nemico-amico Enrico Letta ("di professione nipote", lo apostrofò velenoso quando il segretario Pd divenne premier, quasi dieci anni fa). Niente su Giorgia Meloni e la polemica sulle "devianze".

Nulla di nulla. A chi chiede lumi, viene risposto che forse - forse - potrebbe fare capolino di nuovo il 23 settembre, di scena sul palco previsto in piazza Santi Apostoli, storica location della sinistra nel cuore di Roma, per il finale di partita del Movimento. Molti si sono interrogati però su questo silenzio. "E’ in rotta con Conte", suggerisce qualcuno. "Non vuol mettere la faccia su un disastro annunciato alle urne", fa eco qualcun altro. Ipotesi che trovano riscontro nei sondaggi che seppure segnalano una lenta risalita del M5S, mostrano inesorabilmente che i livelli di consenso attuali sono ben lontani dal record segnato quattro anni fa. E poi c'è il tema del rapporto con “l’avvocato del popolo”, sempre in bilico tra il bello ("ci sentiamo tutti i giorni", ripeteva Conte alla vigilia della crisi di governo) e il cattivo tempo.

Le letture maliziose si sprecano. "Può darsi che non voglia farsi vedere con Conte per tenersi le mani libere nel caso in cui debba silurarlo, dopo il voto", si ragiona a denti stretti in ambienti grillini di rango. Un regolamento di conti interno, insomma, che potrebbe farsi (molto) più sbrigativo qualora il Movimento alla fine non dovesse superare l'asticella considerata minima per la sopravvivenza del leader, il 10%. Ma il personaggio è imprevedibile, si sa. E in molti, dentro i 5S, sperano che alla fine arrivi proprio lui, con qualche colpo di teatro a effetto. L’Elevato, che ribalta ogni - infausto - pronostico. Bei tempi quando questo succedeva davvero. Adesso è tutto un altro film, anche per lui