Mercoledì 24 Aprile 2024

Arturo Parisi: "Il mio Ulivo era diverso. Ora è un cantiere aperto a cui manca un leader"

L’inventore dell’alleanza che portò il centrosinistra al successo nel 1996: "Oggi regna troppa confusione. E manca un uomo come Prodi"

Arturo Parisi, 81 anni (Reuters)

Arturo Parisi, 81 anni (Reuters)

Roma, 6 agosto 2022 - Professor Parisi, in politica sono ammessi i matrimoni di convenienza o alla fine la politica ha sempre la meglio?

"Diciamo che l’amore, se è amore, può affrontare ogni ostacolo e mettere tra parentesi il resto del mondo. La sola convenienza, oltre alla prova del tempo, deve fare i conti con le convenienze degli altri".

Che differenza esiste tra l’Ulivo che ha conosciuto lei e questa alleanza di centrosinistra?

"Quella fu comunque una alleanza plurale a tempo indeterminato con un progetto scritto da tutti assieme attorno a un solo tavolo attraverso un lavoro durato mesi. A 50 giorni dal voto siamo invece ancora in un cantiere aperto. Anche se ci sono fasi nelle quali le ore valgono giorni, sostituire all’improvviso, ormai all’altare, il partner definito traditore con un suo rivale dichiarato non è cosa da poco. Parlo di Conte e di Calenda".

Possono poi stare insieme, anche se in maniera indiretta, Calenda e Fratoianni?

"Delle pene del giorno questa è di certo la maggiore. Sarebbe stato più chiaro e semplice se Calenda e Fratoianni fossero riusciti a parlarsi direttamente. È invece sembrato che nel patto tra il Pd e i demo-radicali Letta abbia parlato a nome di tutta la sinistra quasi in una specie di Unione a due gambe".

L’Ulivo aveva un leader forte, Prodi...

"Questa è un’altra importante differenza tra le due esperienze. Prodi fu allora un riferimento di tutta la coalizione senza un proprio partito. Letta si trova invece a fare anche la parte che fu allora di D’Alema".

Il centrodestra pare più coeso...

"Se il centrosinistra ha investito finora, sulla sua maggiore unità e sulla qualità politica, il centrodestra scommette ancora una volta sulle sue divisioni, sulla capacità di raccogliere voti gli uni contro gli altri. Solo che un tempo le divisioni erano coperte da Berlusconi. Dopo che lui ha ripiegato sulla sola difesa dei suoi interessi, il successo del centrodestra è affidato al duello tra Salvini e Meloni".

Professore, lei ha capito che cosa è questa fantomatica ‘agenda Draghi’?

"Per dirla in latino forse sarebbe meglio parlare di acta più che di agenda . Delle cose fatte, più che di quelle da fare. Ma la rivendicazione orgogliosa dei rosso-verdi di non aver mai votato Draghi, né il suo governo e neppure i suoi atti richiede un chiarimento. Urgente. Altrimenti, messi da parte Draghi, acta ed agenda, per battere la destra tanto varrebbe ricongiungersi con Conte, come in molti chiedono da tempo.

Rimpiange un po’ il famoso Pd a vocazione maggioritaria?

"Anche se l’illusione di Veltroni non fu premiata dagli elettori, perché precipitosa e intempestiva, la tensione a rivolgersi a tutti gli elettori cercando il consenso della maggioranza resta un obiettivo un col quale fare i conti ancora oggi. Peccato che il partito abbia da tempo fatto macchina indietro lasciando ai partiti alleati il compito di intercettare i voti di questa o quella frazione dell’elettorato, riservando a sé stesso quello di presidiare gli insediamenti tradizionali".

Che effetto le fa sentire Berlusconi che parla di «nuovo miracolo italiano»?

"L’ho sentito appena ieri rivendicare il merito ‘dei soldi che io ho ottenuto in Europa per il nostro Pnrr’. Io! Da non credere. Questo sì che è un miracolo, ma non di certo nuovo".

Professore, lei è stato ministro della Difesa. Crede che la conversione atlantica della Meloni dopo anni di trumpismo e di amicizia con Orban sia sufficiente a farla accettare della Ue e dagli Usa?

"Prima che la Meloni, di certo in trumpismo all’altezza di Conte, sul versante atlantico il problema è Salvini. La sua inaffidabilità è palese. Chi potrebbe mai garantire per lui? Lo stesso non direi sul versante europeo. Qua le pulsioni re-azionarie e sovraniste dei due si sommano e con lo stesso segno".