Cingolani consigliere: bollette salate e rigassificatori, avanti col piano anti rincari

Incarico senza retribuzione, è l’unico ministro dell’esecutivo Draghi ad aver conservato un ruolo. Dovrà anche controllare che il piano di riduzione dei consumi funzioni correttamente

Non sarà il supercommissario all’energia, di cui pure si era sussurrato nei corridoi di Palazzo Chigi, prima della nascita ufficiale del governo guidato da Giorgia Meloni. Ma la nomina di Roberto Cingolani, l’unico ministro dell’era Draghi a essere traghettato nel nuovo esecutivo, è il segnale più evidente dell’attenzione con la quale la premier vuole seguire l’emergenza energia. Soprattutto in vista del prossimo inverno e alla luce del sostanziale flop del vertice europeo sulla questione del tetto al prezzo del gas, una soglia che vedrà forse la luce solo a gennaio prossimo.

Roberto Cingolani, da ministro della Transizione ecologica è diventato consigliere
Roberto Cingolani, da ministro della Transizione ecologica è diventato consigliere

La nomina

La Meloni ha concordato la strategia per mettere in sicurezza il Paese direttamente con l’ex premier Mario Draghi, definendo anche il ruolo di Cingolani, per il quale si era ventilata anche la sua permanenza al ministero della Transizione: non sarà commissario ma advisor del Governo all’energia. Un modo anche per centralizzare a Palazzo Chigi le decisioni sul tema ed evitare la dispersione di competenze fra i diversi ministeri. Un incarico a costo zero per i contribuenti, Cingolani lavorerà gratuitamente. Non si tratta, però, di una sorta di "ministero ombra".

I nodi da sciogliere

"Non sono né ministro né consulente – spiega il diretto interessato ai giornalisti delle agenzie – sarò l’advisor all’energia per Palazzo Chigi, al lavoro per superare l’inverno, vista l’emergenza che ci troviamo a fronteggiare. Occorre terminare il lavoro sul rigassificatore e c’è da finire tutto il lavoro sul tetto al prezzo del gas, che è stato sì approvato, ma ora bisogna lavorare su termini e condizioni. Dobbiamo mettere in sicurezza questo periodo".

La strategia

La scelta di Cingolani segue un ragionamento molto preciso: negli ultimi mesi è stato quasi esclusivamente il ministro della Transizione Ecologica a seguire non solo la difficile trattativa in sede europea sul tetto del gas, ma soprattutto il piano di razionamento del consumo del gas e la strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento che ha portato di fatto la Russia a passare da top player a ultimo Paese nella classifica dei fornitori. Si tratta, però, di un piano ancora alle prime battute, che dovrà essere implemento e portato a termine nelle prossime settimane. Da qui il rischio di un cambio della guardia proprio nel momento più delicato dal punto di vista degli approvvigionamenti e delle riserve per l’inverno.

Rigassificatori

Uno dei problemi da affrontare è proprio quello dei rigassificatori, a Piombino e Ravenna. Senza i due mega-impianti in grado di raccogliere il gas naturale liquefatto e di trasformarlo in combustibile, l’Italia potrebbe tornare a essere un Paese fortemente vulnerabile alle oscillazioni del mercato. E, ovviamente, ai diktat di Putin sul gas. Potremmo, trovarci, con il paradosso di avere gas a disposizione ma di non poterlo utilizzare.

Il piano di Cingolani

Nel frattempo, bisognerà attuare il piano già presentato qualche settimana fa per risparmiare energia ed evitare interruzioni nell’erogazione. Il progetto, oltre a prevedere la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici e il taglio di 15 giorni della durata dei riscaldamenti (posticipo di 8 giorni della data di inizio e anticipo di 7 giorni per quella di fine) punta anche sul potenziamento della produzione delle centrali a carbone e su una serie di norme di comportamento per risparmiare energia. Cingolani, dunque, sarà al lavoro per garantire l’attuazione del piano. E dopo? Il suo incarico finirà? "Spero che l’emergenza finisca, così ho concordato", chiarisce senza sbilanciarsi più di tanto.