Lorenzo Fontana, un passato da filorusso. Ora nel suo pantheon ci sono Bossi e il Papa

Il nuovo presidente della Camera si cala nel ruolo: "Faremo da cerniera tra Russia e America". Difensore della tradizione, punta sulla diversità come mezzo per unire. "Non è indice di superiorità ma espressione di democrazia"

Lorenzo Fontana (Ansa)

Lorenzo Fontana (Ansa)

Tutto sommato, la ben nota maglietta del neo presidente della Camera Lorenzo Fontana contro le sanzioni alla Russia è la parte meno importante del suo curriculum filo-putiniano. Nel 2014 appoggiò il referendum illegale di Putin per annettere territori ucraini, lo stesso identico metodo usato in questa guerra dalla Russia. "Considerando che il Sì al referendum sopraccitato ha raggiunto quota del 96,6 %, quali sono le ragioni sulla cui base l’Ue vi dimostra avversione politica?" si chiedeva Fontana dopo il ‘risultato’ del referendum illegale. E ancora: "Il popolo della Crimea sente di essere tornato alla casa madre, la Ue dovrebbe fare un passo indietro sulle sanzioni alla Russia".

Fontana ha mantenuto intatte le sue convinzioni sulle sanzioni alla Russia, solo che adesso tira un’aria diversa per la Lega, sicché c’è da mantenere un profilo diverso, più contenuto. Non ha più il 34 per cento di un tempo, è in minoranza nella maggioranza, dove Giorgia Meloni cammina sulle macerie leghiste distribuendo pacche sulle spalle, per ora solo virtuali, a Zelensky. Ma un tempo era tutto Cremlino. Come quando nel 2016 il parlamento europeo approvò la risoluzione sulla "propaganda anti-Ue di Paesi terzi", compresa la Federazione Russa e lui prontamente sottolineò: nel Parlamento Europeo "giocano alla guerra" e "c’è ancora qualcuno che non ha capito che la Russia deve essere un partner importante e non un nemico, ma ormai il mondo sta cambiando, nonostante questa Unione Europea, per fortuna". Il mondo è così cambiato che la Russia e Putin hanno continuato a comportarsi come sempre (dicono che Fontana sia un lettore: gli consigliamo i libri e i diari di Anna Politkovskaja).

A Fontana dunque ora conviene mantenersi sul profilo semi-istituzionale del presidente di tutti, maggioranza e opposizione, in stile calciatore durante l’intervallo della partita, intervistato da Dazn o Sky, e buttarla sulla cattolicità, che poi è il suo specifico culturale. Veronese, antiabortista, sposato con rito tridentino, sui suoi social è un tripudio di santi e ricorrenze e citazioni bibliche.

Nel suo discorso, per intendersi, prima ha ringraziato il Papa e poi Umberto Bossi: "Voglio dedicare un primo saluto al Pontefice Francesco che rappresenta il riferimento spirituale della maggioranza dei cittadini italiani e promuove il rispetto dei più alti valori morali nel mondo, a partire dal rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali umani, e che sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza eguali". Infine, "permettetemi un ringraziamento personale all’Onorevole Umberto Bossi, senza il quale non avrei iniziato la mia attività politica e, visto che è anche un nostro collega, lo ringrazio personalmente".

Poi citazioni di Beato Carlo Acutis, San Tommaso d’Aquino. Certo, non è mancato Sergio Mattarella, certo non sono mancati i saluti ai presidenti che lo hanno preceduto, fino a Gianfranco Fini. Dunque un richiamo alla diversità: "La ricchezza dell’Italia risiede proprio nella sua diversità e il compito delle istituzioni italiane è proprio quello di sublimare tali diversità, di valorizzarle attraverso le autonomie, nelle modalità previste e auspicate nella Costituzione".

L’Italia, ha detto Fontana, "deve dare forza alla propria peculiare natura, senza omologarsi a realtà estere più monolitiche e a culture che non diversificano. Vedete, la diversità non è rottura, non è indice di superiorità di alcune realtà su altre viste erroneamente come inferiori, ma è espressione di democrazia e di rispetto della storia".

Stupendo. Agli Ucraini farà molto piacere leggere che il neo presidente della Camera è contrario alle omologazioni; si suppone quindi anche a quelle che la Russia vorrebbe imporre al governo e al popolo di Kiev. Altro che la Fontana di amenità del 2018, insomma, quando il neo presidente della Camera diceva: "Cercheremo di fare da cerniera fra Putin e Trump". Si suppone quindi che anche le famiglie diverse da quelle tradizionali vadano protette. O, orwellianamente, c’è una diversità più diversa delle altre?