Martedì 23 Aprile 2024

Elezioni Usa 2020, voto postale: ecco perché farà la differenza

Con il Coronavirus, che corre negli Stati Uniti, crescono gli elettori a distanza. I democratici scommettono su questa procedura, Trump la teme. Ma dove e come Oltreoceano è possibile votare per lettera?

 Elezioni negli Stati Uniti

Elezioni negli Stati Uniti

Washington, 2 novembre 2020 - Mai come quest'anno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti potrebbero risolversi all'ultimo francobollo. In un sistema puramente maggioritario, complice l'epidemia di Covid-19, acquista sempre piú peso il voto postale anticipato. Basti pensare che, a 20 giorni dall'Election day del 3 novembre, stando ai dati ufficiali, si erano già espressi sul prossimo inquilino della Casa Bianca circa 24 milioni di americani, di persona o per posta. Una cifra record, considerando che nello stesso periodo del 2016 erano stati appena sei milioni gli elettori che avevano usufruito dell'early voting, tra l'altro non ammesso in tutti i 50 stati federali. E il trend è in ascesa, con piú di 90 milioni di cittadini, a poche ore dall'election day, che hanno effettuato in anticipo la loro scelta pro o contro Donald Trump.

FOCUS /, quando si saprà il risultato (e il vincitore)

Elezioni Usa, voto postale: ecco perché farà la differenza A detta del sito d'informazione politica Election Project, sarebbero soprattutto California, Texas, Florida e Georgia a portarsi avanti con le operazioni di voto. A spingere verso il voto postale, tradizionalmente ben visto dai sostenitori repubblicani, sono questa volta i democratici che provano a massimizzare l'anti-trumpismo crescente nel paese, cercando al contempo di arginare, col suffragio a distanza, i timori di contagio nei seggi affollati che agitano le notti degli americani, progressisti inclusi. Di contro, dall'Elefantino si replica che il postal voting non garantisce l'elettorato attivo all'intera popolazione. Per esempio, il Native American Rights Fund lamenta che i nativi americani hanno un accesso limitato al servizio postale. Lo scontro sul voto postale di recente è approdato fino alla Corte suprema degli Stati Uniti. Registrando una sonora sconfitta per Trump. Il massimo organo giudiziario americano ha deciso che in Pennsylvania, uno degli Stati in bilico più importanti, saranno contati tutti i voti postali ricevuti entro tre giorni dall'Election day, anche quelli privi di un timbro leggibile. Una vittoria per Joe Biden, visto che il  rivale e il suo Grand Old Party chiedevano che fossero contate solo le schede consegnate entro il 3 novembre. Quattro giudici si sono espressi contro, ma il presidente della Corte, John Roberts si è schierato con i tre togati liberal.

Biden in vantaggio ma Trump recupera. Otto stati in bilico Attualmente sono 38 gli Stati americani, ai quali si aggiunge il distretto di Columbia, che consentono di votare per posta. In nove di questi l'ordinamento giuridico fissa dei criteri per accedere all'early voting. Tipo, malattia o domicilio in un Stato diverso da quello di residenza. In altri, invece, quali Washington, Utah, Colorado e Hawaii, le presidenziali si svolgono praticamente solo via posta. Questo non significa che la cabina elettorale sia finita in soffitta. Alcuni seggi vengono comunque allestiti per permettere di votare direttamente il giorno delle elezioni o di consegnare in anticipo la scheda al rispettivo distretto elettorale nei cosiddetti ballot dropbox. Fra due anni anche in California entrerà in vigore una procedura elettorale analoga.