Per approfondire:
Il sollievo per il ritiro ufficiale della candidatura di Silvio Berlusconi non fa fare salti di gioia al Pd. "Draghi deve andare avanti, resti premier" è il in cauda venenum, del Cavaliere, messo a verbale, che ora punta a un nome di "vasto consenso". Consenso che però chiaramente nasce come candidatura solo di quel campo, non concordata col centrosinistra. Letta è molto seccato dall’ennesima impasse che, almeno per il centrodestra, brucia la carta Draghi. E lo stesso leader dem scrive su Twitter: "Il centrodestra non è maggioranza e non ha quindi diritto di prelazione sul Quirinale. Lo abbiamo detto fin dall’inizio. Ora col ritiro di Berlusconi e lo scontro deflagrato all’interno del centrodestra tutto è chiaro. Ora ci vuole accordo alto su nome condiviso e Patto di Legislatura". Elezione presidente della Repubblica 2022: quando si vota, orari e quorum. La guida SPECIALE QUIRINALE Andrea Riccardi: chi è il nome nuovo nella corsa a presidente della Repubblica Invece, Conte esulta: "Lo avevamo affermato in modo chiaro: la candidatura di Berlusconi era irricevibile. Con il suo ritiro facciamo un passo avanti e cominciamo un serio confronto tra le forze politiche per offrire al Paese una figura ampiamente condivisa". I 5 Stelle sono spaccati, ma giurano di non mettere veti a nessuno, neppure a Draghi. Ma Letta, con Salvini, che dovrebbe vedere oggi, potrebbe avanzare, oltre Draghi (sua prima scelta), i nomi di Amato e Casini, ponendo invece un secco veto su tutti gli altri (Casellati, Moratti). Il marasma 5 Stelle non aiuta, anche se per ora il Pd preferisce prendersela solo con il centrodestra che sta per proporre una rosa di nomi con tutto il sapore del prendere o lasciare, senza dire del fatto che tra questi nomi non figura Draghi. Il nome di bandiera per il centrosinistra, nelle prime chiamate, sarebbe Andrea ...
© Riproduzione riservata