Martedì 16 Aprile 2024

Mattarella tra casa e Quirinale. E già pesa le parole per i partiti

Domenica in famiglia. Il Capo dello Stato va a riprendere libri e documenti nell’appartamento che si era scelto

Il Presidente si prende ventiquattro ore per riflettere e forse anche per rientrare in un ruolo dal quale, certo, formalmente non era mai uscito, ma con la mente sì. Fino a pochi giorni fa si considerava già traslocato nell’appartamento ai Parioli, non si può dire che il corteo dei supplici l’altro ieri l’abbia colto del tutto di sorpresa: Clemente Mastella, vecchia volpe della politica, aveva mangiato la foglia giovedì quando, dopo aver atteso invano un comunicato del Presidente uscente per confermare l’indisponibilità, aveva sentenziato: "È andata, sarà rieletto". Fino a quel momento, però, Sergio Mattarella era davvero convinto. Ora, dunque,si tratta non solo di spostare gli scatoloni ma anche di impostare questo secondo mandato.

La politica scappa, Mattarella no. "Accetto per senso di responsabilità"

Per quanto riguarda l’aspetto pratico, ieri ha fatto un salto nella famosa casa nuova per riprendere libri, documenti, effetti personali, tutto ciò che aveva portato via dal Quirinale e riportarlo indietro, visto che ha scelto di tornare a vivere sul Colle. Un gesto quasi ovvio, in una giornata trascorsa con il familiari, dopo lo stress delle ultime 48 ore in cui ha dovuto prendere la decisione che l’ha costretto "a cambiare i piani di vita". Partecipa alla Messa nel Palazzo presidenziale dove ha trascorso la notte, quindi alle 12.30 varca il portone con l’automobile. Ad attenderlo una piccola folla che lo applaude: "Grande Presidente". Lui fa un cenno di saluto e si reca in quello che avrebbe dovuto essere il suo buen retiro, e di cui adesso non si conosce il destino.

Bis di Sergio Mattarella: rieletto al Colle con 759 voti

Un bimbo del quartiere, Adriano, gli regala un disegno realizzato sabato, in occasione della rielezione con 759 voti: fuori programma assai gradito. Quindi, pranza con la figlia Laura e i nipoti, fa qualche telefonata, una delle quali al presidente del Coni, Giovanni Malagò, per fare il suo in bocca al lupo agli atleti in partenza per le Olimpiadi invernali di Pechino. Auguri in particolare alla nuova portabandiera Michela Moioli,e poi a Sofia Goggia per una pronta guarigione. "Vi seguirò con grande affetto e ci rivedremo al ritorno. L’Italia è sempre orgogliosa di voi".

Mattarella bis: i momenti simbolo della prima presidenza

Sul discorso che permetterà di capire come intende questo secondo mandato, Mattarella sta ancora lavorando. Per ora di scritto non c’è neanche una riga: in fondo il giuramento si svolgerà il pomeriggio del 3 febbraio, nel giorno in cui il capo dello Stato termina formalmente il suo mandato. Inviterà tutti alla responsabilità, al senso di unità in un momento di crisi, a darsi da fare per affrontare "le emergenze ancora in atto" a partire da quella sanitaria. Un appello a non sprecare nemmeno un minuto e, forse nelle pieghe, a non cadere nell’errore di trasformare il tempo che manca alle elezioni politiche del 2023 in un anno elettorale. Difficile che non prosegua nella linea della fiducia che da mesi cerca di inoculare nel Paese e nella politica, invitando a non perdere l’occasione di sfruttare la ripresa. È possibile che in qualche passaggio sottolinei la centralità del Parlamento già platealmente esaltata con la richiesta rivolta ai partiti di inviare sul Colle i capigruppo e non i leader. C’è chi scommette che farà un accenno alle riforme, ma senza invadere neppure di un millimetro le prerogative e l’autonomia delle Camere.

Il ’di nuovo’ Presidente non alluderà alla possibilità di lasciare la carica in anticipo come fece dopo due anni Napolitano. Un po’ perché il quadro è completamente diverso, molto perché lo riterrebbe costituzionalmente sgrammaticato, tanto che, nell’indicazione che il Colle aveva trovato modo di far pervenire ai partiti alla vigilia della rielezione, era stato chiarito che non si sarebbe dovuto parlare neppure velatamente di uno strafalcione come il mandato a termine. Se poi deciderà o meno di restare per tutti i sette anni sul Colle, dipenderà almeno in parte dalle circostanze politiche.