di Ettore Maria Colombo "Basta tatticismi – dice il segretario dem, Enrico Letta – chiudiamoci in una stanza a pane e acqua e troviamo una soluzione condivisa" è l’appello, accorato e pure un po’ disperato, che rivolge ai leader del centrodestra al termine del vertice del centrosinistra, tenuto con Conte e Speranza. Un conclave fra tutti i leader per partorire il nome del nuovo Capo dello Stato in modo unitario. Bocciati, con facilità, i tre nomi della rosa del centrodestra, pur rispettandoli, si staglia il profilo del presidente del Senato Casellati, al quarto voto. Al Nazareno sono preoccupati, preoccupatissimi. Sepolta, ormai, l’ipotesi Draghi ("al timoniere non si può chiedere di lasciare la nave in difficoltà" dice, con raffinata metafora, Conte) per bocciarlo in via definitiva, e per lo “scuorno“ del Pd, e ancora lontanissima la carta Mattarella, il centrosinistra non ha uno straccio di candidato. "Mi fido di Conte" dice, in un fiato, Letta, mentre vota alla Camera, ma ormai in Conte crede poco. Con LeU e, soprattutto, con il M5s non c’è manco l’accordo su una rosa da contrapporre a quella del centrodestra. I “gialli“ volevano proporla, con Riccardi, Severino e un nome a scelta del Pd, ma il Pd si oppone. Marcucci consiglia il leader di "non cadere nel tranello" e Letta fiuta la trappola. Alla fine, niente rosa, esce invece la richiesta del vertice “a pane e acqua“, ma sa di disperazione. I giallorossi non hanno un candidato e a Casellati possono contrapporre solo Riccardi. "Conte si comporta come un Giano bifronte – sbotta un big dem – un giorno tratta con noi e il giorno dopo con Salvini. Se salta il fosso e va con Salvini, viene giù tutto, salta l’alleanza, e noi la facciamo con Iv e i riformisti". Inoltre, la presidente del Senato avrebbe già iniziato ...
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