Elezioni Quirinale, incognita Covid: può votare anche chi non è vaccinato

Il presidente della Camera, Fico: "Andremo avanti a oltranza, bisogna chiudere entro il 3 febbraio"

Roberto Fico, napoletano, 47 anni, è presidente della Camera dal 2018

Roberto Fico, napoletano, 47 anni, è presidente della Camera dal 2018

Roma, 16 gennaio 2022 - Voto a oltranza, anche il sabato e la domenica, per eleggere il presidente della Repubblica, annuncia Fico, che confida vi si arrivi entro il 3 febbraio, quando scade il mandato di Mattarella. Attualmente sono positivi 29 deputati e 6-8 senatori, rende noto Fico, e i positivi non possono votare, ma l’istruttoria sul tema continua, assicura il presidente della Camera a Rai3, a In mezz’ora, ricordando che i non vaccinati "possono entrare alla Camera con il tampone" e, dunque, votare. Sui positivi, comunque, l’ultima parola la dirà una nuova capigruppo. Il centrodestra infatti insiste nel voler garantire la possibilità di voto a tutti. Il centrosinistra è invece netto per il No: una volta sentiti i tecnici, si sostiene, i questori potevano intervenire e non l’hanno fatto, e ora non c’è ragione per rivedere la decisione.

Elezione presidente della Repubblica, i nuovi scenari: Draghi al Quirinale, tecnici a casa

Al netto della logistica, sul Quirinale le carte sono ancora sparse sul tavolo da gioco. E ogni ipotesi, compresa l’elezione di Silvio Berlusconi, è possibile. Sta agli attori in campo impedirne o favorirne l’ascesa. Il niet di Pd e M5s è netto.

"Sbaglia il centrodestra perché è evidente che la candidatura di Berlusconi è a un vicolo cieco", ammonisce il segretario del Pd, Enrico Letta che rilancia il patto di legislatura già proposto in Direzione: "In questo Parlamento nessuno ha la maggioranza, quindi dobbiamo trovare un’intesa, che è fondamentale sul presidente della Repubblica, figura istituzionale super partes e sulla continuazione della legislatura". Il leader dem chiede di tutelare il ruolo di Draghi e non parla dell’ipotesi Mattarella-bis: "Dobbiamo prima trovare l’accordo tra tutte le forze politiche perché ci sia questo patto di legislatura, poi faremo i nomi".

E, pur cercando di mantenere la terzietà del ruolo, anche Fico lascia intendere il suo pensiero: "Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano la responsabilità di avere un nome condiviso".

Ma le chances di trovare un candidato condiviso a oggi sono a dir poco scarse. E si torna sempre a Berlusconi, per il quale sta lavorando alla luce del sole Vittorio Sgarbi: "Ho già fatto una cinquantina di telefonate grazie alle quali ho raccolto tra i 12 e i 15 parlamentari. Da martedì ricomincerò, me ne mancano 65, vuoi che tra questi non riesca a intercettare almeno 25 voti?", raccontava ieri il deputato al Corriere della sera.

In queste ore, poi, emerge anche la lettera inviata dall’ex braccio destro di Berlusconi, Denis Verdini, a Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, per suggerire la strategia utile a far eleggere il Cav al Quirinale. Verdini elenca dieci punti, tra cui la necessità che il presidente di FI non faccia trapelare giudizi negativi su possibili candidati di centrodestra, e che riconosca a Salvini "l’agibilità politica del risultato". Ma se "sfortunatamente" il suo sogno non dovesse realizzarsi, "Silvio deve permettere a Salvini (che ha il gruppo di grandi elettori più numeroso) di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio".

M5s e Pd non vogliono nemmeno sentir parlare di una simile eventualità, tant’è che il responsabile dei sindaci dem, Matteo Ricci, restringe il cerchio "solo a due persone, Sergio Mattarella e Mario Draghi", basandosi sull’identikit tracciato da Enrico Letta. Invece, Italia viva annuncia un percorso comune con Azione di Calenda. Infine, ben 40 ex grillini oggi nel gruppo Misto di Camera e Senato, lanciano una loro candidatura: Paolo Maddalena, ex giudice della Corte costituzionale, di cui è stato vice presidente. E sono già 40 voti in meno.