Elezione presidente della Repubblica, il Pd dice Riccardi ma vuole Draghi

Dai 5 Stelle nessun veto sul premier. Ma Conte apre al centrodestra: "Pronti a esaminare i loro candidati"

Roma, 24 gennaio 2022 - "La candidatura di Draghi resta in campo, diciamo che al momento è sullo sfondo. Si devono consumare prima una serie di passaggi politici". Un big Pd, al termine dell’assemblea dei grandi elettori dem con Enrico Letta, riassume così gli umori del suo partito, segretario in testa.

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Il quale Letta, a Che tempo che fa, si mostra ottimista ("troveremo la soluzione nelle prossime 48-72 ore"), dice che "Draghi è una delle ipotesi sul tavolo" e che "ne parlerò con il centrodestra per capire se il loro no è ultimativo". Ma soprattutto avverte: "L’unica maggioranza che c’è è quella che sostiene Draghi". "La soluzione perfetta sarebbe il Mattarella bis", continua a dire, "ne parlerò con Salvini", annunciando anche che vedrà oggi il leader del Carroccio.

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Il no di Salvini a Casini e, formalmente, a Draghi, non fa demordere i dem. L’incontro Letta-Salvini (da entrambi smentito) si terrà, dunque, ma oggi. Letta ha dato un timing in assemblea: bisognerà aspettare almeno fino a martedì o mercoledì per arrivare a stringere. Ergo, si vota scheda bianca. Nel mezzo, il timore principale per i dem è che il centrodestra avanzi, nella famosa ‘rosa’, ancora coperta, un nome "insidioso" che tenta l’M5s. Del resto, resistono i distinguo anche nel Pd. Viene confermata l’ostilità dell’area Franceschini alla candidatura Draghi. Letta vuole tenere unito il fronte giallorosso. Anche la stessa decisione di andare sulla scheda bianca alla prima votazione "per dare un segno di disponibilità e apertura" sarà comunque condivisa in una nuova riunione che si terrà questa mattina tra Pd, M5S e Leu, dopo il vertice che si è tenuto già ieri mattina.

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Intanto, la candidatura di Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, è durata lo spazio di un mattino. "Non è un candidato di bandiera, ma il nostro candidato ideale", dice Enrico Letta: vuol dire che non sarà né l’uno né l’altro. Letta, intanto, vaticina la fine prematura della ‘rosa’ di Salvini: "La rosa farà la fine della candidatura Berlusconi", dice con gran disprezzo. Letta si è assicurato che, da parte di Conte e dei 5Stelle, non vi siano veti su Draghi, che avrebbe non solo il favore di Di Maio, ma pure di Grillo, e nella riunione dei grandi elettori dem fa tre nomi: Riccardi, "profilo ideale", in funzione anti-Salvini, Mattarella ("la sua elezione fu un capolavoro politico", riconosce, pur se il merito fu di Renzi) e, ovviamente, quello di Mario Draghi.

Di lui dice che "siamo tutti consapevoli del ruolo che Draghi sta svolgendo, in Italia, in Europa e nel mondo". Lo mette in cima al suo intervento, Letta, e rilancia un patto di legislatura che tenga "insieme l’elezione del presidente della Repubblica, l’azione dell’esecutivo e riforme". Poi, Letta – che chiede ai suoi grandi elettori "unità e fiducia in un momento così difficile" perché "abbiamo l’opportunità di dimostrare che non siamo una classe di ragazzini della scuola materna. Siamo adulti, dobbiamo essere degni" – parla del fronte comune con i 5 Stelle e Leu. "Insieme a loro possiamo essere incisivi. C’è un rapporto positivo, costruttivo. Insieme abbiamo deciso di parlare con tutti i partiti. Un percorso per un nome condiviso", scandisce. Anche se il leader pentastellato Giuseppe Conte sembra andare verso una direzione diversa: "A differenza di Pd e di LeU, non abbiamo remore a considerare una candidatura che venga dal centrodestra, ma diciamo che non è questo il momento di affidarsi a candidati di bandiera che rischiano di non rientrare in quel quadro che abbiamo definito".

Il mood dei dem resta quello: Draghi e ancora Draghi, obbligando tutti a finire su di lui. E il responsabile Enti locali del Pd, e sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, traccia anche quella che, a suo dire, sarà la strategia che seguirà il Pd: "Più Salvini dice di no a Draghi, più noi dobbiamo insistere. I 5 Stelle ci stanno. I centristi pure. Draghi ha già i numeri in Parlamento per passare al quarto scrutinio. Poi, vedrete, ci arrivano tutti".