"C’è un partito che può decidere le sorti delle votazioni: è quello delle mogli dei peones, ben più agguerrito di quello dei franchi tiratori". A una settimana esatta dall’inizio del "gran ballo del Quirinale", Clemente Mastella, sindaco di Benevento, non perde la sua causticità nell’osservare le mosse degli scacchisti all’opera. Il centrodestra continua a dire: il nome tocca a noi. Pretesa legittima? "Finora è stato così: chi aveva la maggioranza, anche relativa, aveva il diritto di proporre il candidato". Il centrosinistra ribatte: Berlusconi è divisivo. "Beh, lo erano anche Napolitano e Mattarella, nonostante la caratura dei personaggi. Una cosa è certa: il centrosinistra non può dire sempre no, altrimenti siamo alla crisi della Repubblica". Il Cav è un candidato vero? "Dipende da lui, dalla capacità che ha di raccogliere consensi fuori dal centrodestra. Finora si sono mossi alcuni suoi amici, ma avrebbero fatto meglio a tacere, gli hanno creato solo danni". Anche lei ha parlato e consigliato a Berlusconi di "segnare" le schede per disinnescare franchi tiratori e traditori. "Non ho consigliato nulla a Silvio, gli ho solo detto come farei io. E come si è sempre fatto". Si è sempre fatto? "Al Senato per eleggere Franco Marini alla presidenza di Palazzo Madama facemmo così. E lo abbiamo fatto anche in altre circostanze: cioè schede su cui ci fosse la riconoscibilità del gruppo politico. Ed è un criterio corretto perché io non identifico una persona, ma mi assicuro quanti sono i voti espressi da un gruppo". Lei ha fatto anche di peggio, dica la verità: per l’elezione di Cossiga consigliò di distruggere le schede. "Era una cosa diversa, quella fu una consultazione interna alla Dc. All’epoca salvai Cossiga dai franchi tiratori democristiani e salvaguardai il grande accordo fatto da De Mita e Natta". I franchi tiratori hanno mai contato come ...
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