Quirinale: scoppia il caso Fraccaro, è guerra nel M5s

Rischia l’espulsione per aver trattato con Matteo Salvini sul candidato per il Colle scavalcando Conte (che è furibonodo)

Riccardo Fraccaro, classe 1981, grillino, siede a Montecitorio dal 2018

Riccardo Fraccaro, classe 1981, grillino, siede a Montecitorio dal 2018

ROMA - Riccardo Fraccaro, deputato 5 stelle ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio lo ammette per primo: il clima che si è creato attorno all’elezione del presidente della Repubblica sta diventando "estremamente preoccupante e velenoso". E nel M5s ancora di più. Tanto che lui è finito nel tritacarne delle accuse incrociate tra i 5 Stelle e nel mirino del leader Giuseppe Conte, con l’accusa di aver trattato "senza alcun mandato" una manciata di voti per il Colle con Matteo Salvini.

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Ora il deputato rischia di finire a "processo" del tribunale interno dei probiviri 5s, di cui per altro fa parte, assieme a Jacopo Berti e Fabiana Dadone. Al momento i probiviri non hanno aperto alcuna istruttoria nei suoi confronti anche se una "condanna" sarebbe ora l’ultimo dei problemi per il parlamentare che con la sua iniziativa di incontrare il leader della Lega ha provocato l’ira di Conte e alzato un nuovo polverone destabilizzante nel M5s. "Non voterò mai Draghi", mette in guardia Fraccaro, mostrando la spaccatura nel Movimento che, allo stato, fatta eccezione per il solo nome di Mattarella, l’unico che potrebbe mettere tutti d’accoro, non trova la quadra su un nome votabile da tutti i Grandi elettori 5s. Tanto che i vertici, al momento, non sembrano andare oltre alcune candidature di bandiera e il sofferto "nessun veto" a Draghi. Ma quello di Fraccaro è anche un modo per tenere al riparo dalla sua figura quanti, nel M5s, mostrano invece una certa apertura a questa possibilità.

La vicenda Fraccaro chiama infatti in causa quelle correnti interne, bandite dal nuovo leader e ora formalmente in sonno, ma che erano servite in passato a galvanizzare le anime diverse interne al movimento. Fraccaro però si difende: la conversazione con Salvini "ha riguardato alcune ipotesi relative al Quirinale, rispetto alle quali gli ho consigliato di aprire un dialogo con Conte. L’unico che con la sua scelta può determinare il futuro presidente della Repubblica".