Giovedì 18 Aprile 2024

Tutta la vita è un punto di domanda

Le paure per il vaccino

Qualcosa non torna nelle proteste di piazza di questi giorni contro il Green pass. Soprattutto non torna la motivazione sbandierata: la libertà. Si dice infatti che imporre un Green pass - una sorta di patente sanitaria - per consentire di accedere a una serie di servizi (ristoranti al coperto, eventi eccetera) è una violazione dei diritti costituzionali. Vedremo poi che non è così, ma intanto veniamo a quel qualcosa che non torna. Non torna il fatto che nessuno di costoro aveva protestato quando eravamo stati chiusi in casa dal lockdown: quella non era una violazione dei diritti costituzionali? Non era una limitazione delle libertà individuali?

Davvero curioso. Nessuno ha detto ba - anzi, quasi tutti hanno applaudito - quando venivamo costretti (anche giustamente, non discuto nel merito) a non uscire di casa e a paralizzare il Paese a colpi di dpcm annunciati alle due di notte a reti unificate. Nessuno coglie la differenza? L’emergenza è stata gestita per un anno a colpi di dpcm. I quali certo sono legittimi, ma solo per interventi urgenti: poi, deve decidere il Parlamento. Ma i decreti venivano rinnovati con modifiche appena erano prossimi alla scadenza, a ripetizione infinita.

Ora qui è invece il Parlamento a decidere, e come ha spiegato ieri in un’intervista a questo giornale il professor Sabino Cassese - giudice emerito della Corte costituzionale - "l’articolo 32 della Costituzione è chiarissimo: i trattamenti sanitari obbligatori possono essere disposti purché lo decida il Parlamento, e quindi si provveda con un atto con forza di legge".

E allora: perché si parla di libertà violata per un provvedimento legittimo che permetterebbe a tutti di circolare in sicurezza, e non si protestava per gli arresti domiciliari disposti con annunci televisivi personali e notturni? Temo che il motivo sia uno solo: il vaccino.

E cioè. A muovere le proteste non è la libertà, ma è la paura. La stessa paura che ci faceva accettare il lockdown - perché ci proteggeva dal contagio - oggi ci fa rifiutare il Green pass, perché Green pass vuol dire vaccino. E il vaccino fa paura. "Non sappiamo che effetti collaterali potrà avere nel medio e lungo termine", dicono molti, "non conosciamo le reazioni avverse". Ed è tutto vero. Ci vorranno anni, per verificare. Ma già ora sappiamo che, sul medio e lungo termine, è il Covid che può lasciare fino a duecento patologie. E sappiamo pure che di Covid si muore ancora, se non si è vaccinati. E sappiamo pure quanti danni ha già prodotto - a livello psicologico oltre che di apprendimento - la scuola a distanza.

Si tratta dunque di scegliere: qual è il rischio maggiore? È un punto di domanda. Ma tutta la vita lo è.