Martedì 16 Aprile 2024

Lega-M5s, risse finte. Problemi veri

Non sappiamo se – come ipotizza Claudio Martelli – i continui litigi tra Di Maio e Salvini siano una messinscena per distrarre gli italiani dai problemi che affliggono il Paese. Sappiamo però che questa rissa continua non solo non risolve i problemi in questione, ma sta pure stancando tutti. È più o meno da quando è nato il governo che i due vicepremier, e ancor più tanti loro colonnelli, si stuzzicano, si provocano, quando va bene si distinguono l’un dall’altro su temi essenziali. Ed è da allora che Salvini e Di Maio dicono che tutte queste divisioni sono un’invenzione dei giornali (che loro danno per morti, ma poi chissà perché sono sempre così suscettibili a quel che viene pubblicato) e che l’alleanza durerà altri quattro anni. Però le bordate reciproche sono lì da vedere e da sentire, sono registrate dalle tv, sono pubblicate sui social. Negli ultimi giorni, poi, dal fioretto si è passati alla clava: amico dei nazisti, fannullone e così via.

Sull’aggressività, Lega e Movimento Cinque Stelle hanno costruito grandissima parte della loro fortuna elettorale. Salvini e Di Maio (e, prima ancora, Grillo) hanno cavalcato la rabbia di tanta gente. Rabbia per la crisi economica, rabbia per la corruzione, rabbia per l’insicurezza e per l’impunità di tanti delinquenti, rabbia per un’Europa che spesso ha dato l’impressione di essere lontanissima dalla vita reale dei suoi cittadini. Quella di Lega e Cinque Stelle è stata una propaganda dai toni a volte violenti, spesso esagerati: ma dai contenuti non infondati. È stata una propaganda certamente demagogica: ma vincente.

Ora però, vinte le elezioni e preso il potere, bisogna passare dalle parole ai fatti. Deporre i toni aggressivi (consoni a un’opposizione, non a un governo) e cercare il bene comune. Invece, i toni salgono, Salvini e Di Maio sembrano pensare più al proprio interesse elettorale (leggi europee) che non a quello del Paese.

Può darsi che, ancora una volta, le urne li premieranno. Ma è un gioco che non può durare a lungo. Gli italiani sono estremisti per prudenza, diceva Longanesi. E alla fine vogliono morire democristiani.