Quanta violenza sotto questo cielo (e in noi)

Cronache nere e dintorni

Riguardando, verso sera, il timone del Carlino che abbiamo preparato, e che da questa mattina è a vostra disposizione, mi rendo conto che c’è purtroppo un tema ricorrente, un drammatico fil rouge che lega molte delle pagine che si susseguono: la violenza (il timone, scusate il gergo del mestiere, è lo schema grafico che permette di vedere, in un solo colpo d’occhio, l’intero giornale che si sta confezionando). La violenza. Pare incredibile quella dei giovanissimi calciatori francesi (dodicenni!) che nel Torinese hanno fratturato le costole a un dirigente dell’altra squadra, che era intervenuto per sedare una rissa.

Ma ahimè è tutt’altro che incredibile, perché chi avesse tempo e voglia di fare un giro sui siti delle federazioni sportive del calcio giovanile – quello degli oratori compreso – vedrebbe, sotto la voce “provvedimenti disciplinari”, quanta violenza, fomentata soprattutto dai genitori, si riversa ogni sabato e domenica contro avversari, arbitri, tifosi. Il tutto in un calcio che dovrebbe essere puro divertimento per bambini e ragazzi.

La violenza è anche la pretesa del possesso dei sentimenti altrui: a Torino è stato arrestato un uomo di 62 anni accusato di aver ucciso, la notte di Halloween, un altro uomo di 52 colpevole di uscire con una donna. Perché "quella donna è mia!": la pretesa assassina che del resto ha già provocato, solo in Italia e solo nel 2021, cinquantacinque femminicidi. E violenza è anche quella di chi minaccia (ne parliamo nelle pagine di Emilia-Romagna e Marche) i medici vaccinatori. E violenza è anche, se permettete, quella di certi cortei no vax, perché è vero che la libertà di manifestare è sacra, ma se si blocca il centro di una città per sedici sabati di fila (sedici) come è avvenuto a Milano, allora si violano altre libertà, quella dei cittadini di passeggiare e quella dei commercianti di lavorare.

Sono ormai settantasei anni che viviamo, almeno noi italiani e molti altri europei, senza più una guerra: chi ne ha vissuto l’orrore, ha giurato che mai più. Ma la tentazione di menare le mani riaffiora sempre qua e là, ed è un qualcosa che cerchiamo di esorcizzare pensando che riguardi solo le teste calde, e invece è un demone che può covare dentro ciascuno di noi. Per sconfiggerlo si fanno campagne di educazione, ma basterebbe ricordarsi di non fare al prossimo quel che non vorremmo fosse fatto a noi. Quanto è difficile però.