Martedì 23 Aprile 2024

Un Paese in difesa

Roma, 2 marzo 2018 - Nevica a febbraio. Capita. Non c’è da stupirsi anche se, negli ultimi tempi, le nevicate si sono rarefatte al punto da farci apparire fuori stagione ciò che è naturale: la neve in inverno, appunto. Ciò che non è normale lo abbiamo visto in questi giorni e interroga tutti con una domanda scomoda: come siamo diventati un Paese al quale basta un giorno di neve per andare in tilt? Pensiamoci. Lunedì Buran ha inchiodato la circolazione dei treni a ritardi da Apocalisse. Ieri i ritardi sono stati poco o nulla perché, preventivamente, metà dei treni sono stati cancellati. Prendi le scuole. Molte hanno chiuso, molte altre terranno i portoni serrati nei prossimi giorni per paura del gelo. Con il naturale corollario di possibili scivolate e ossa rotte. Così, per non rischiare, meglio non osare un passo in più. Eppure a scuola, per anni, ci siamo andati in tanti anche con neve e ghiaccio. Con passamontagna sciarpe e cappottoni, magari pure per difendersi da aule fredde e corridoi polari.

Oggi no, oggi si sta a casa perché d’inverno nevica e l’acqua gela. Anche in città, mica tra caprette che fanno ciao a Heidi. D’altra parte se per scongiurare i ritardi è meglio non far partire i treni, va da sé che non aprire le scuole è il modo migliore affinché scolaretti e studenti non scivolino lungo la strada. O si chiudano i caselli delle autostrade per evitare ingorghi. Conosciamo l’obiezione: non vi va mai bene nulla. Se non chiudi la scuola e succede qualcosa poi chi ne risponde? Obiezione accolta, ma il punto è un altro. E riguarda un paese nel quale nessuno ha più voglia di prendersi responsabilità e nel quale tutti noi siamo ormai abituati ad agitare carte bollate e avvocati per ogni scivolata imputabile ad altri. Un paese al quale basta un giorno di neve a febbraio per trovarsi chiuso o quasi per maltempo. Con un costo che non è solo quello delle gelate nei campi – naturali quanto la neve – ma di rallentamento del sistema produttivo, di ore di lavoro perdute, di merci che non arrivano dove dovrebbero arrivare. Di un pezzettino di Pil che scivola via per neve e ghiaccio a febbraio. Pieno inverno, non Ferragosto.