Mercoledì 24 Aprile 2024

Il risveglio degli onesti

Può sembrare paradossale, eppure l’aspetto più grave della vicenda di Marcello De Vito non è il suo arresto, ma la sua immediata espulsione dal Movimento Cinque Stelle. Perché in quel provvedimento fulmineo, in quella cacciata decisa da Di Maio in persona al primo tintinnar di manette, c’è tutta l’irrazionalità e in fondo l’insostenibilità del giustizialismo grillino, del suo moralismo, della sua pretesa di incarnare un’umanità migliore, esente dalla possibilità stessa del peccato, e quindi superiore, perfetta. Un’umanità disumana, dunque. I grillini sono nati e sono cresciuti praticamente su quest’unico programma politico: noi siamo gli onesti, gli altri – tutti gli altri, "tutti": lo scrisse in un tweet lo stesso De Vito – sono corrotti. Gli italiani, molti italiani, li hanno votati soprattutto per questo, perché li hanno creduti onesti.

"Onestà! Onestà!" è stato il loro grido di battaglia, lo urlarono anche la notte di Torino in cui Fassino dovette cedere il posto alla Appendino, e fu uno spettacolo barbaro, cruento, menzognero, perché di Fassino si può dir di tutto, ma non che sia un ladro. E però i grillini hanno convinto tanti elettori che è così, che la politica è tutta sporca, che chi gestisce un appalto è sempre un corrotto, che la casta i ladri i poteri forti eccetera eccetera, mentre loro, solo loro hanno le cinque stelle di garanzia, come gli hotel di lusso. È per questo che quando un grillino finisce sotto inchiesta o addirittura viene arrestato (e De Vito è il primo del M5S a finir dentro) la notizia fa più scalpore. Enzo Biagi diceva sempre che se in un paese una ragazza aspetta un bambino è una notizia, ma se a metterla incinta è stato il parroco è uno scandalo. Chi di moralismo ferisce, di moralismo perisce. Ma la cosa più grave è appunto l’immediata espulsione di De Vito (e se fosse innocente?), perché in questa negazione dello stato di diritto c’è tanto del modus operandi del M5S, al quale è sempre bastato un semplice avviso di garanzia per distruggere i rivali. E chi conosce la storia non si sorprenderà, nel rivedere Robespierre salire sul patibolo.