La bellezza più forte del peccato

Ci sono persone che nella vita ne combinano di tutti colori, pasticci e imbrogli, provocano anche sofferenze, eppure quando scompaiono vengono ricordate con affetto, celebrate con tutti gli onori. Diego Armando Maradona è uno di questi. Si drogava, è stato arrestato, aveva contatti con boss della camorra, non pagava le tasse, ha seminato per il mondo un numero imprecisato di figli dei quali se n’è in buona parte fregato, un giorno sparò perfino da una finestra ferendo quattro persone.

Eppure l’Argentina gli dedica esequie come quelle che riservò a Evita Perón, forse di più; e Napoli lo venera come san Gennaro, forse di più.  Qualche anno fa - eravamo sotto Natale - a Napoli un tassista che mi aveva appena caricato mi disse come prima cosa, senza neppure voltarsi, "dotto’, vada a vedere il presepe a san Gregorio Armeno, hanno tolto a Gesù Cristo e hanno messo a Maradona". Ora c’è da scommettere che Napoli gli dedicherà una piazza, come faranno a Buenos Aires. Le piazze le si dedicano di solito a chi è stato un modello di vita, e Maradona non è stato un modello di vita.

Ma bisognerebbe intendersi su cosa vuol dire essere un modello di vita. Chi pensa che voglia dire vivere senza peccato, non conosce la storia sacra. Davide, il più grande fra i re d’Israele, era un uomo cinico e violento, fece uccidere Uria per prendergli la moglie Betsabea, la quale poi gli diede in figlio Salomone, che diventò re a sua volta. Saulo di Tarso prima di diventare san Paolo era egli stesso un violento, fu lui a far uccidere santo Stefano. Agostino racconta di aver provato, dei peccati, tutto ciò che c’era da provare. L’intera Bibbia è un misto di bene e di male, di vizi e di virtù. Ma quello che conta, l’unica cosa che conta e che resta, è il cuore: e il cuore ce l’hanno quelli che sanno vivere con passione. Nel Vangelo la sorte peggiore non è profetizzata ai peccatori, ma ai tiepidi. A quelli che magari rispettano la Legge, ma vivono senza slanci, senza entusiasmi, con il braccino. Che noia. Il Padreterno di certo preferisce chi vive magari con incoscienza e con eccessi, ma anche con generosità.

Maradona di eccessi era fatto, e di eccessi ha vissuto. Ma se fosse stato un bravo ragazzo, non sarebbe stato Maradona. Non ebbe nemmeno alcun merito nel diventare il più grande calciatore di tutti i tempi: il talento l’ebbe in dono. Ma al mondo lo restituì in abbondanza, donando allegria e bellezza. Non importa quanto e cosa abbia vinto. Sono tanti, i vincenti. CR7, ad esempio. Ma CR7 è la potenza, Maradona è la bellezza. CR7 è un robot, Maradona un uomo. E che uomo. Ha combinato un casino dietro l’altro. Ma che cosa sarebbero stati il calcio e il mondo, senza di lui. Per questo gli si perdona tutto.