Giovedì 12 Giugno 2025
Lorenzo Castellani
Editoriale e Commento

Ma una vittoria non nasconde la fuga dal voto

Bassa affluenza alle urne, difficile andare oltre il 50%

Silvia Salis al point elettorale dopo la vittoria alle Comunali di Genova

Silvia Salis al point elettorale dopo la vittoria alle Comunali di Genova

Il centrosinistra torna a vincere alle elezioni amministrative in capoluoghi che storicamente gli appartenevano come Genova. È per molti aspetti questo un segnale di stabilizzazione dello scenario politico. L’anomalia che vedeva la destra trionfare anche in città dove era sempre stata minoranza sembra giunta a conclusione. Ciò avviene senza dubbio anche per demeriti del centrodestra, attinenti all’incapacità di trovare candidati che possano piacere al popolo delle grandi città, un elettorato diverso da quello delle province. Genova è l’esempio della difficoltà del centrodestra di dare continuità alle proprie vittorie su questo terreno. Un campanello d’allarme che dovrebbe suonare per i leader della maggioranza, anche in vista del voto regionale. L’altro elemento interessante è che se il centrosinistra riesce a unirsi la sua competitività, almeno a livello comunale e regionale, cresce di molto. Non sempre il campo largo garantisce il successo, ma la combinazione tra alleanza larga e un buon candidato offre migliori possibilità al centrosinistra soprattutto nei Comuni. C’è però un tasto dolente anche per il centrosinistra in questa tornata elettorale ed è dato dalla bassa affluenza. Oramai è difficile andare oltre il 50% della partecipazione in ogni comune. Il 51% di affluenza a Genova, per paradosso, viene oramai considerato come un buon dato in termini di partecipazione. Qui il campanello d’allarme deve invece suonare per i leader del centrosinistra. Ciò sia perché nei casi in cui l’affluenza sale, come accade in genere alle politiche, i risultati possono variare molto rispetto a quelli delle amministrative rendendo le vittorie locali del centrosinistra effimere ai fini della competizione per il governo del Paese. Ma l’affluenza è un problema anche per i prossimi referendum. Se per il sindaco della propria città vota un italiano su due, le forze referendarie di opposizione, ancora oggi minoritari e nei sondaggi nazionali, possono sperare nel raggiungimento del quorum? A oggi sembra un’illusione.