Mercoledì 24 Aprile 2024

Sul filo del rasoio

Sul filo del rasoio. Umiliato il Parlamento, il varo della legge di Bilancio, al limite dell’esercizio provvisorio, consente ai giallo-verdi di scollinare nel 2019 sapendo che il "governo del cambiamento" qualcosa dovrà cambiare. Non solo perché Giuseppe Conte – sempre più a suo agio nel ruolo di premier, piuttosto che di notaio – ha ventilato la necessità di un tagliando al contratto di governo fino a ipotizzare rimpasti. Remotissimi, ovviamente. Determinanti saranno due fatti: la congiuntura economica in area recessione e l’esito delle elezioni europee di primavera. Insieme dettano l’agenda dei primi sei mesi del 2019. Si chiude cosi il primo anno del governo Salvini-Di Maio, il primo della storia repubblicana retto da un contratto tra due forze diverse e, su molti temi strategici, politicamente all’opposto una dell’altra. L’anno della scomparsa, di fatto, di opposizioni che solo davanti alla manovra blindata e al tagliafuori di Camera e Senato hanno dato segni di vita. Segni che non consentono di ipotizzare alternative al governo (orgogliosamente) populista. L’anno che verrà si annuncia anche con la buona notizia di una marcia indietro sui rincari fiscali per il volontariato. Una promessa, per ora. Non mancano buoni motivi per mettere mano anche ad altri capitoli della manovra del popolo. Festeggiata sprovvedutamente sul balcone di Palazzo Chigi e finita sotto dettatura dei vincoli europei, dei giudizi delle agenzie di rating e dei mercati. Non un complotto, ma Realpolitik di un Paese che sta sul filo del rasoio di oltre 2.300 miliardi di debito pubblico. Aspettando che sarà del reddito di cittadinanza, di quota 100, delle grandi opere, le priorità degli italiani sono chiare: il lavoro, la salute. La campagna elettorale non è mai finita, deposti i calici del San Silvestro, il gong suonerà l’inizio di un nuovo round. Sul filo del rasoio ci si può tagliare facilmente. Maneggiare con cura. Come i barbieri di una volta, che curavano le lame vive passando dalle caramelle al palmo della mano, avevano saponi che sapevano d’arancio e menta, spruzzavano lozioni che profumavano di ottimismo. Senza nostalgia, un’Italia ritrovata nelle facce degli eroi onorati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Buon anno.