Capire le ragioni di una sconfitta e di una vittoria

La lezione per destra e sinistra

Giorgia Meloni, Enrico Michetti e Matteo Salvini (Ansa)

Giorgia Meloni, Enrico Michetti e Matteo Salvini (Ansa)

Sbaglierebbero di grosso, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, se minimizzassero davvero la batosta di queste amministrative, continuando – come hanno fatto ieri – a contare i sindaci guadagnati, a ripetere che in fondo le grandi città erano già governate dal centrosinistra e attaccando i giornali per il trattamento loro riservato in questa campagna elettorale. Sbaglierebbero se pensassero davvero che non è stata una débâcle e che il voto è stato condizionato dai media. Ma siccome sono due persone intelligenti, ieri davanti alle telecamere hanno cercato (comprensibilmente) di difendere il proprio lavoro, però sanno benissimo che la realtà è un’altra.

La realtà è che a Milano non era mai successo di non andare neppure al ballottaggio; che Roma e Torino insegnano che quando al secondo turno c’è un candidato di centrodestra la sinistra può contare sul voto di tutti gli altri per vincere; e questo è particolarmente rilevante nella Capitale, perché lì Fratelli d’Italia è il primo partito e perché Michetti era in testa dopo il primo turno. Come dire che se la destra non prende il 50,1 per cento dei voti (praticamente impossibile) si forma sempre una specie di santa alleanza per non farla governare. Forse perché questa destra fa paura? Sbaglierebbero Salvini e Meloni se non riflettessero sul perché i loro candidati erano (tutti) così deboli e meno qualificati dei rivali. Sbaglierebbero se non capissero che – più delle notizie sul caso Morisi o l’inchiesta sui saluti romani – a danneggiare la destra è stata la guerra fratricida fra Lega e Fratelli d’Italia: guerra che va avanti almeno dal giorno dell’insediamento del governo Draghi. Giorgia Meloni ha fatto autocritica a nome della coalizione, dicendo non si può vincere se due partiti stanno al governo e uno all’opposizione, perché si disorientano gli elettori, dando l’immagine di non essere coesi. È verissimo. Ma la domanda è se sia possibile una coesione fra draghiani e antidraghiani: e fra europeisti e antieuropeisti, fra Sì Green pass e No Green pass... Una destra così divisa potrà mai trovare una sintesi? E a favore di quale delle sue anime? Se vincesse le elezioni, come potrebbe governare? Forse gli elettori del centrodestra sono rimasti a casa anche per questo.

Ma sbaglierebbe, e di grosso, anche il centrosinistra se s’illudesse di essere reale maggioranza nel Paese. Non lo è. Ora ha vinto più per demeriti altrui che per meriti propri. E siccome anche Enrico Letta è una persona intelligente, sa bene che il lavoro da fare è ancora lungo.