Reggio Emilia, 8 settembre 2024 – La grana della voce, la chiamava Roland Barthes. Diceva, in sostanza, che certe voci non sono belle se non hanno all’interno qualche ruvidità o imperfezione, indice della materia che le rende autentiche. Ecco: i fischi – più rumorosi che numerosi – della platea alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia, mentre il commissario Ue uscente Paolo Gentiloni parlava del campo larghissimo, in fondo altro non sono che una grana nelle voci che affannosamente stanno cercando di accordarsi per ricomporre il coro del centrosinistra. Un coro da sempre complicatissimo, sia ben chiaro, ’ché il gruppo è da sempre litigioso ed eterogeneo. Va dagli ex comunisti – ormai pochi anche alle feste del partitone – agli ex berlusconiani confluiti in Azione. È un gruppone che così ampio non lo si vedeva dai tempi di Romano Prodi. Eppure in molte realtà locali, la compagine ha funzionato per lungo tempo, dando pure i suoi frutti. Una tra tutte quella del Comune di Ravenna che si appresta a lasciare il candidato alla Regione Emilia Romagna Michele de Pascale.
La sua ricetta è tanto semplice da apparire quasi banale: fiducia, rispetto, programmi condivisi. Gli argomenti ci sarebbero. La tutela dell’ambiente, ad esempio, è un reticolo che – pur con le normali differenze – ormai pervade quasi tutto l’arco costituzionale, figuriamoci quello del centrosinistra. La tutela della casa, il welfare, lo sviluppo sostenibile... Se si parlassero faccia a faccia, anche i leader del campo largo se ne accorgerebbero. Il leader del M5s Giuseppe Conte e il candidato dem in Emilia-Romagna l’hanno fatto e non sono volati gli stracci, altroché.
La foto qui sopra lo testimonia. Fa il paio con un’altra foto di undici anni fa: l’allora segretario dem Pierluigi Bersani da un lato del tavolo, e dall’altro i rappresentanti Vito Crimi e Roberta Lombardi, in una stanza di Palazzo Madama che ancora oggi politici e cronisti chiamano con un brivido la Sala dello Streaming. Allora le distanze furono siderali, e diedero il La a undici anni di sconfitte del centrosinistra. Il clima alla Festa dell’Unità che venerdì scorso ha chiamato Giuseppe Conte a dialogare con Michele de Pascale è sembrato a tutti obiettivamente ben diverso. I fischi? È come lo streaming. Ogni tanto la linea cala e l’immagine frizza. Sta agli interlocutori capirsi lo stesso, se lo vogliono. Nonostante le differenze.