Giovedì 18 Aprile 2024
ANDREA CANGINI
Editoriale e Commento

Il piedino parigino

A ben guardare tra le pieghe della Storia, negli inciampi dell’Italia c’è spesso un piedino francese. E spesso quel piede è teso a salvaguardia della grandeur geopolitica e/o degli interessi energetici di Parigi. Il senno del poi incoraggia a leggere in questa chiave anche le vicende del 2011: la crisi che si abbatté sul nostro debito sovrano, la guerra in Libia contro Gheddafi, la caduta del governo Berlusconi. L’ultimo libro dell’ex direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, contiene tre indizi in forma di accusa. I primi due sono a carico dell’ex governatore della Banca centrale francese, Jean-Claude Trichet, allora a capo della Bce. Sostiene il ministro dell’Economia Padoan che, alzando i tassi e obbligandoci al rigore sui conti pubblici, Trichet abbia fatto precipitare la situazione. «Un grave errore politico di valutazione», dice. Il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, si spinge oltre. Un errore o un disegno?, si chiede. A differenza del suo successore, Draghi, secondo Tajani «il francese Trichet o non capiva la partita o ne giocava un’altra». E se ne giocava un’altra, c’è da credere che la partita in cui era impegnato «il francese» Trichet avesse qualcosa a che vedere con l’interesse nazionale della Francia. Allusione pesante. A questo si aggiungono le riflessioni dell’amministratore delegato dell’Eni Descalzi sulle insofferenze di Francia e Germania a causa dell’accordo tra l’Italia e la Russia di Putin sulla realizzazione del gasdotto South Stream e la conseguente esclusione di Eni da North Stream 2. «Davamo fastidio», dice Descalzi. Il quadro si arricchisce così di un nuovo elemento. Fiaccare l’Italia, tagliarla fuori dalle rotte del gas russo e sottrarle il controllo del petrolio libico sarebbero stati gli obiettivi francesi di allora. Materia per gli storici. Ricordando, però, che, come ha insegnato Giambattista Vico, la storia tende a ripetersi. Dice nulla il fatto che a evocare un piano europeo sulla Libia e a mettere in mora gli accordi italiani con Tripoli sui migranti sia stata proprio la Francia? Un consiglio a Matteo Renzi: esca dall’ombra del presidente Macron. Accodarsi alla Francia non porta bene all’Italia né a chi la rappresenta.