Martedì 23 Aprile 2024

La regata del governo

LA NOIA della campagna elettorale ha partorito i fuochi d’artificio dei risultati e ribaltato i tavolini sui quali gli strateghi avevano tracciato le rotte possibili della politica. Siano stati Scirocco, Mezzogiorno o Libeccio, il vento del Sud ha gonfiato la vela dei 5 Stelle e costretto il Pd alla bonaccia, in balia del rollio e del beccheggio, a ricercare una bava di vento per ritrovar le stelle. Sia stato Maestrale, Tramontana o Grecale, il vento del Nord ha sospinto più la Lega che Forza Italia, ma ha anche consegnato alla flottiglia di centrodestra i numeri piu forti. Difficile non partire da Salvini e Di Maio. Poi toccherà andar per bordi. Che tra la gente di mare sta per risalire il vento. Navigando a zig zag, un poco orzando un poco poggiando. Cercando di evitare strambate impreviste nel tratto di mare che separa la conquista dei seggi alla poltronissima di Palazzo Chigi. Manovre pericolose senza che all’orrizzonte si intraveda un Paul Cayard sul Moro di Venezia. La regata di governo è tutto uno studiarsi a vicenda, aprire porte e chiudere spiragli. Provando rotte e andature che tolgano vento alla vela avversaria.

Consapevoli che, probabilmente, come al Conclave è possibile entrare Papi e uscire Cardinali, non è da escludere che alle consultazioni si partecipi da candidati premier e si esca azionisti di maggioranza di qualcun altro. In fondo neppure Mosè riuscì a entrare nella Terra promessa. Sì che lui portò giù dal Sinai le tavole di una legge di rango superiore a quella elettorale. La boa di partenza della regata sarà la scelta dei presidenti delle Camere. A quel punto si capiranno molte cose, gli skipper avranno capito come l’arbitro intende interpretare e applicare le regole del gioco. La boa dista una decina di giorni di navigazione a vista. Ma il primo fischio dal Colle è già arrivato: responsabilità, va chiedendo il presidente Mattarella. Niente veti, che un governo si ha da fare. E si farà. Fosse pure per tornare al voto con quella nuova legge elettorale che tutti dicono di volere salvo soffocarla in culla se, già dai primi vagiti, può sembrare sfavorevole alla propria parte. Tralasciando che una buona legge elettorale dovrebbe sì garantire un governo stabile, ma, in democrazia, anche tutelare soprattutto chi perde le elezioni. E poi, chi la voterebbe? Questione non solo di voti, ma anche di capacità di tessere alleanze. Qualità genetica del proporzionale. Questione di vento (e di correnti). Che il mare è sempre calmo, è il vento ad agitarlo. Vincerà chi lo sa sentire, capire e sfruttare. "Che è come tenere al guinzaglio un gorilla un po’ bizzarro – raccontò Cino Ricci, lo skipper di Azzurra – che un giorno si sveglia calmo e tranquillo, ed è una pacchia portarlo a spasso, ti sembra la cosa più facile al mondo; ma il giorno seguente può essere irritabile e lunatico e allora sarà una bella sfida comprenderlo e saperlo condurre là dove occorre a voi". Di bolina o al giardinetto, bordeggiando, bordeggiando nel grande mare della politica. Salato come il conto che arriverà attardandosi troppo alla ricerca della maggioranza perduta.