Il nuovo governo. Giallorosso o giallorosé - di M. Brambilla

Superato anche l’ultimo ostacolo – la discussa votazione sulla piattaforma Rousseau – il governo Conte-bis esce dalla sala parto per entrare nella nursery. È un governo forte e debole al tempo stesso. I suoi punti di forza sono molteplici. Innanzitutto, il Parlamento più refrattario della storia allo scioglimento. Solo Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero le elezioni: ma, in fondo, neppure loro con la certezza di vincerle. Forza Italia, al di là delle dichiarazioni di facciata, è il partito più refrattario al voto. Si andasse alle urne, ne uscirebbe più che dimezzato, e molto probabilmente scaricato (o ridotto in un angolino) dall’ex alleato Salvini.

Sulla stragrande maggioranza dei parlamentari incomberebbe poi, in caso di scioglimento delle Camere, l’incubo del ritorno a casa e della disoccupazione. Un altro punto di forza è l’indubbio favore dell’Europa e dei mercati: un aiuto non indifferente a chi dovrà fare la manovra economica. E un terzo, importantissimo punto di forza è la prospettiva di arrivare con questo Parlamento all’elezione, nel 2022, del prossimo Presidente della Repubblica.

Non mancano tuttavia i punti di debolezza. Il primo è la fragilità dell’inedita coppia Pd-M5s, nemici acerrimi fino all’altro ieri e ora quasi amici: quanto andranno d’accordo? Ad esempio sulle grandi opere? Ma ancor più insidie si nascondono all’interno degli stessi due partiti di maggioranza. Il Pd ha una testa zingarettiana e un corpaccio renziano forse tentato, in prospettiva, di staccare la spina per presentarsi alle elezioni sotto nuove spoglie. Il M5S ha un capo politico, Di Maio, che era stato il garante del patto con Salvini e che esce ora sconfitto e ridimensionato dal ribaltone (e soprattutto dall’irresistibile ascesa di Conte, il nuovo leader).

Infine, un altro grosso rischio corre questo governo Pd-M5s. Quello di essere l’esecutivo più di sinistra che si ricordi in un momento in cui la maggioranza degli elettori va dall’altra parte. Se sarà davvero giallo-rosso, spalancherà praterie a Salvini, la cui vittoria verrebbe solo rinviata di qualche mese. Gli conviene vestirsi di giallo-rosa, o meglio ancora giallo-rosé.