Giovedì 18 Aprile 2024

Reazioni a catena

La politica conferma la terza legge della dinamica di Newton: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. A Salvini che annuncia il centrodestra unito al secondo giro di consultazioni al Quirinale, corrisponde l’apertura di Di Maio al Pd e l’invito (respinto al mittente) a sotterrare l’ascia di guerra. E alla mossa del leader 5 Stelle, fa eco qualche sirena azzurra per attirare i Dem. Schermaglie? Tattiche? Può essere. Nel centrodestra – area Lega – qualche credito a una possibile alleanza tra 5Stelle e Dem viene concesso. E’ un fatto, invece, che le tecniche di seduzione pentastellate continuano a dare vigore a quanti – Franceschini in testa – chiedono a Martina di non ripetere il mantra renziano del "noi stiamo all’opposizione". Ha ragione il presidente Mattarella, servirà tempo. Per trovare equilibri sorretti da una maggioranza. All’orizzonte, però, c’è un mazziere che si appresta a ridare le carte. Anzi, ce ne sono alcune migliaia: friulani e molisani, per esempio. Ma anche pisani, senesi, imolesi, anconetani, bresciani. 

Sono coloro i quali eleggeranno entro fine mese le giunte regionali in Molise e Friuli. E sono i cittadini di molte città, medie e grandi, che a giugno rinnoveranno consigli comunali e sceglieranno i loro sindaci. Se per quelle date l’Italia avrà un governo, le elezioni amministrative saranno il primo test anche per i leader nazionali. Ma questo è lo scenario meno interessante. Se per quelle date il Paese sarà ancora guidato da Gentiloni, l’esito elettorale potrebbe dare, invece, la spintarella che manca per frantumare tattiche e strategie e spingere partiti e coalizioni a intonare gli accordi giusti e formare un governo.

In Molise, il 22 aprile, i 5 Stelle contano di piazzare il loro primo presidente di Regione. In Friuli, il 20 aprile, la Lega si attende di piazzare Massimiliano Fedriga sulla poltrona della Serracchiani. Vittoria del centrodestra, certo, ma uomo voluto da Matteo Salvini che vedrebbe confermata la propria leadership. Successi, in entrambi casi e salvo le scelte degli elettori, a scapito di quel Pd che di quei territori, finora, ha avuto le chiavi di casa. Non serviranno strategie da Risiko e Piccolo chimico – ha ragione il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani – per il governo servirà tempo. E politica.